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Franco Battiato e Alice insieme sul palco a Taormina per il gran finale del loro tour 2016

E’ stato denominato “Battiato e Alice Ensemble Symphony Orchestra Summer Tour 2016” il mini-tour estivo che Carla Bissi, in arte Alice, e Franco Battiato hanno portato in giro per l’Italia e che, dopo aver preso il via lo scorso 15 luglio alla Summer Arena di Assago è proseguito toccando via via Roma, Firenze, Mantova e Grugliasco per concludersi lo scorso 31 luglio per il gran finale al Teatro Antico di Taormina. Questo tour estivo può in un certo senso essere considerato una sorta di appendice al loro tour invernale-primaverile iniziato il 13 febbraio a Carpi e che dopo aver toccato una ventina di città italiane e una straniera (Lugano) si era anche allora concluso in terra sicula con i concerti di Catania prima e Palermo dopo.

Il sodalizio fra i due risale al 1980 quando si ritrovano ad avere lo stesso produttore, Angelo Carrara; i due si conoscono e da quel momento tra loro si intreccia una collaborazione artistica ed un’amicizia rimasta sempre solida anche quando i rispettivi percorsi musicali non si sono più incontrati ed in un certo senso questo tour insieme vuole rappresentare la celebrazione di un’intesa artistica profonda e sincera.

Dicevamo del 1980: è l’anno del fortunato singolo di Alice “Il Vento Caldo dell’Estate” scritto assieme a Franco Battiato e musicato da Giusto Pio, brano d’apertura dell’album “Capo Nord” in cui Battiato scrive quasi tutte le canzoni e sempre assieme a Giusto Pio ne cura gli arrangiamenti. La collaborazione prosegue l’anno successivo con “Per Elisa” brano che consente alla forlivese di primeggiare al Festival di Sanremo circostanza che porterà al confezionamento di un uovo LP dal titolo “Alice” in cui tutti i brani sono firmati dal trio Battiato/Alice/Giusto Pio (ed in cui, in sede di registrazione, fu chiamato come chitarrista Alberto Radius).

I due partecipano nel 1984 all’Eurovision Song Contest con “I Treni di Tozeur” classificandosi al quinto posto. Altro celebre duetto è quello con “Chan-son égocentrique” contenuto nell’album di Alice “Azimut”. Nel 1985 con l’album “I Gioielli Rubati” Alice rende omaggio al maestro catanese rielaborando in chiave personale nove tracce di Battiato inserendoli nella raccolta, circostanza che la incorona interprete femminile dell’anno con l’aggiudicazione della Targa Tenco. Anni “ottanta” pertanto intrisi di molteplici collaborazioni tra i due nei quali il maestro Battiato colse e valorizzò in quella fase le corde espressive e compositive della forlivese pronta poi per intraprendere un proprio percorso artistico non senza sperimentazioni e contraddistinto da un marchio via via sempre molto personale.

Ed eccoli di nuovo insieme in questo tour 2016 per arrivare al quale ci sono volute manovre d’avvicinamento durate ben quattro anni: nel 2012 Battiato scrive per Alice “Eri con Me” contenuta nell’album “Samsara”; la forlivese ci riprende gusto e per l’ultimo suo LP “Weekend” (2014) si fa scrivere un’altra hit dal titolo “Veleni”. Poi si ritrovano a cantare assieme durante la performance di Alice nella rassegna “La Milanesiana” e in seguito durante il tour di Battiato con Anthony Hegarty; il resto è storia recente con Taormina e il Teatro Antico che suggellano la data conclusiva di questa nuova esperienza insieme.

Sul palco anche i musicisti dell’Ensemble Symphony Orchestra diretta da Carlo Guaitoli. E’ Alice la prima a fare capolino sul palco del Teatro Antico, interamente vestita di bianco, con solo cinque minuti di ritardo rispetto all’orario convenuto. “Nomadi” è il suo primo pezzo seguito da “Orientamento”. Il pubblico, molto numeroso, comincia a scaldarsi con “Da lontano”, tratta dal suo ultimo LP “Weekend”. Alice, classe 1954, movenze eleganti, voce potente e versatile, dal centro del palco passa poi a interpretare le sue canzoni seduta al pianoforte. Il suo finale è un crescendo da “Il vento caldo dell’estate” a “Per Elisa” fino a “Veleni” e “Il sole nella pioggia”. Dieci pezzi in tutto e testimone che passa all’altro grande protagonista della serata.

Franco Battiato è in gran forma, allegro. Certo, ha 71 anni e siamo alla serata conclusiva di un doppio tour 2016 che lo ha portato in giro per l’Italia per una trentina di tappe. La voce ne risente. In completo nero con una giacca rossa inizia la sua performance da seduto e vi rimane quasi per tutta la durata del concerto salvo alzarsi per il gran finale quando il pubblico era già tutto in piedi e quello della platea accalcato ai bordi del palco. Brevi i suoi dialoghi con gli spettatori ma intensi; cita Bergoglio ed anche il Dalai Lama a proposito di un laccetto che gli ha regalato e che non riesce più a togliere, esprime gratitudine con dei “muchas gracias” molto apprezzati.

Sciorina il suo variegato repertorio partendo da “L’era del cinghiale bianco” il pezzo che nel lontano 1979 lo rese noto al grande pubblico e poi via via “Up patriots to arms”, “Shock in my town” passando per le melodiche “La canzone dei vecchi amanti”, “La stagione dell’amore”, la suggestiva “La cura” e il movimentato gran finale con “Cuccurucucù”, “Centro di gravità permanente” e “Voglio vederti danzare”. A sorpresa, fuori scaletta, a grande richiesta del pubblico”, concede “Stranizza d’amuri”.

Si congeda dal pubblico ma poco dopo ritorna assieme alla bella forlivese per i duetti conclusivi: “Prospettiva Nevski”, “I treni di Tozeur”, “E ti vengo a cercare” e per finire il medley “Bandiera Bianca”/ ”Sentimiento Nuevo”. Due ore e dieci minuti di spettacolo volate via velocemente. Gli spettatori, soddisfatti ma ancora caldi, confidano in qualche altra “encore” della coppia, ma si alzano le luci e allora tutti a casa. Ma basta guardare negli occhi ciascuno di loro per comprendere quanto l’esibizione dei due sia stata sinceramente apprezzata, esibizione che può essere etichettata come la sintesi di un lungo percorso di spiritualità, di ricerca e dalle sonorità più disparate.

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