Rimane irrisolta la problematica dell’unicum di Porta Pasquale. Al piano terra del posteggio realizzato qualche anno fa sono, infatti, sempre più attorniati dalle erbacce i mosaici d’epoca tarda romana, il cosiddetto “unicum” che l’ente di viale Boccetta ha rinvenuto a suo tempo e che prima o poi andrebbe sistemato e destinato a piccola area museale.
I reperti storici furono rinvenuti nell’ormai lontana primavera del 2002, poi ci furono cinque anni di diatriba tra il Comune e la Soprintendenza, infine un accordo e la previsione di alcune opere per valorizzare l’unicum d’epoca tardo romana. I mosaici sono tuttavia rimasti “imprigionati” tra le piante e la coltre di sabbia posta lì per proteggere il tutto. Adesso persino il muro attorno ai reperti presenta, in più punto, delle crepe a distanza di pochi anni dai lavori che a suo tempo portarono alla realizzazione del parcheggio.
La Soprintendenza di Messina non è riuscita, almeno sinora, a reperire i fondi che occorrono per questo particolare intervento, nell’ambito del quale verrebbe posizionata una teca di vetro attorno all’unicum e l’apertura dell’area al pubblico. Si tratta di un punto molto frequentato dai visitatori perché c’è qui l’utenza del parcheggio Porta Pasquale, nei due piani e la terrazza sopra gli scavi, e inoltre il sito è in pieno centro storico, in prossimità di via San Pancrazio e a poca distanza da Corso Umberto. La zona dei reperti è una potenziale attrattiva turistica ma è difficile dire quando potranno concretizzarsi le attività di restauro e valorizzazione dell’unicum.
L’unica cosa realizzata è stata la collocazione a suo tempo di un cancello in ferro, voluto dai vigili del fuoco, per questioni di sicurezza ma, soprattutto, per impedire che gli avventori possano accedere alla zona bassa dove si trovano gli scavi che a suo tempo bloccarono l’intera area e dove poi sono emerso i mosaici. Il piano in questione era destinato a diventare una sorta di punto di accoglienza in città, sul versante nord di Taormina: sino a oggi tutto si è fermato alle buone intenzioni. Servirebbe un’attività di restauro come avvenuto a Taormina per i mosaici della Salita Santippe o per quelli di piazza Carmine.
I soldi necessari al restauro potrebbero arrivare direttamente dagli incassi del Teatro Antico, ma anche in questo caso i mancati versamenti delle somme da parte della Regione, sono bloccati a Palermo e assomigliano ad un autentico miraggio per la Città di Taormina che li reclama – o forse è meglio dire li “sogna” – da due anni esatti.