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lunedì, Novembre 25, 2024
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Santa Teresa di Riva, inaugurazione e apertura del centro di ascolto

Ieri sera, mercoledì 13 luglio 2016 presso la parrocchia di Santa Maria del Carmelo in occasione dell’anno giubilare come segno di perdono e misericordia, è stato aperto il Centro di ascolto “La tenda di Abramo” per le dipendenze patologiche (droghe, alcool, gioco d’azzardo….).

Sono intervenuti a presentare il Centro Don Fabrizio, promotore attivo dell’iniziativa e coordinatore dei volontari che vi hanno aderito; Don Vincenzo Sorce fondatore dell’associazione “Terra Promessa” e delle comunità terapeutiche e di recupero operative in varie parti del mondo con un programma accreditato e riconosciuto dall’ONU; il Prof. Universitario  dott. Umberto Nizzoli, consulente scientifico dell’associazione , esperto di problematiche relative alle dipendenze, e supervisore nella realizzazione del programma ; presenti, anche un gruppo di giovani del piano di rientro ( nella società), fase finale di un percorso rieducativo alla ricerca della propria identità, del senso della vita e della spiritualità. Hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, amministratori comunali, componenti di qualche Sert zonale, dei consultori, dei carabinieri, di scuole, di associazioni del territorio e giornalisti della stampa locale.

Tutti hanno sostenuto l’importanza e il valore del Centro per S.Teresa di Riva ed il comprensorio jonico, bisognoso di interventi mirati alla difesa della vita e liberi dalle dipendenze. Padre Sorce lo ha ribadito insieme a Don Fabrizio, al prof. Nizzoli e ai ragazzi della comunità del rientro, dal palco del Palio cittadino davanti ad un pubblico giovane, gioioso e spensierato. Il messaggio fondamentale che esce fuori è che le dipendenze si possono sconfiggere.

La filosofia che sta alla base del recupero è quella di non fuggire da se stessi, vivere la relazione nell’incontro con l’altro in modo da conoscersi e di conoscere trovando i punti in comune. Vivere l’essere uomo o donna in un percorso di crescita sperimentando l’accettazione di sé, la bellezza di sentirsi amato e di amare diventando parte di un tutto, ritrovando la luce che permette di uscire dal disagio, dalla sofferenza, dal vuoto esistenziale e dalla solitudine.

Inoltre, dall’esperienza dei testimoni “vite spezzate ricucite”, “voci spente risuscitate” si rileva il coraggio di affrontare le proprie paure e chiedere aiuto a Dio e agli uomini per diventare, poi, disponibili a dare aiuto, in una società che secondo il Prof.  Nizzoli deve essere includente e non emarginante, consapevole di <<resilienza>>, la capacità, propria dell’uomo di autoripararsi dopo un danno, di far fronte, resistere e, nello stesso tempo, riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita, nonostante le situazioni difficili.

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