Taormina. Cinema Olimpia gremito ieri pomeriggio per l’attesa proiezione di “Verso Casa – Omaggio a Turi Vasile”, il mediometraggio del regista ventiseienne santateresino Fabrizio Sergi presentato nella sezione “Filmmaker in Sicilia” e che concorre per il premio principale quello del “Cariddino d’oro”. Sono giunti appositamente da Roma le figlie ed un nipote di Turi Vasile e fra i presenti in sala anche l’artista Nino Ucchino, amico fraterno della famiglia Vasile, una delegazione nazionale delle Banche del Tempo e del CINIT Cineforum Italiano sodalizi con i quali Vasile si era sempre dimostrato affettuoso e collaborativo, oltre agli attori intervenuti nel film, in primis i due protagonisti Salvatore Coglitore e Salvatore Patané, nel ruolo di due incalliti collezionisti che ripercorrono l’operato artistico di Vasile commentando le locandine dei tanti film che “Turi” aveva prodotto, sceneggiato o personalmente diretto, ma anche sfogliando libri o commentando passi di liriche, poesie o di narrativa del versatile artista messinese. Vasile, infatti, era nato a Messina il 22 marzo 1922 e in riva allo stretto aveva fatto le scuole, finanche il primo anno di Università, studi che poi aveva completato a Roma ove si era trasferito con la famiglia. Si distinse come produttore cinematografico (“Sedotta e Abbandonata” di Pietro Germi, “Roma” di Federico Fellini e “Anonimo Veneziano” di Enrico Maria Salerno, solo per citarne alcuni ma anche come regista e sceneggiatore (“Processo alla Città”, “Gambe d’oro” o “Classe di Ferro”). Poeta ed anche scrittore (le sue pubblicazioni per lo più furono edite da Sellerio) conservò sempre la sua sicilianità; girando il mondo per lavoro gli capitò in moltissime occasioni di venire a contatto con gente della Sicilia, talvolta “emigrati” come lui ed era sempre una festa. Si dilettava ad esempio nel raccontare di quando in una città australiana aveva conosciuto una comunità di messinesi provenienti tutti da Capo d’Orlando i quali avevano insegnato ai locali tecniche di pesca e tra le altre cose che le aragoste si possono mangiare e non vanno buttate via come avevano fatto fino a quel momento… Padre severo e nonno affettuosissimo, questo l’aspetto umano e familiare che ne emerge dal meticoloso lavoro di Sergi (che ne firma anche la sceneggiatura assieme a Nino Ucchino); nonno Vasile capace di lasciare quotidianamente una poesia da leggere dedicata ai nipoti o sondare circa la felicità di ciascuno dei familiari perché aveva inteso che al di sopra di ogni altra cosa alla fin fine quello che conta è stare bene con sé stessi e con gli altri, in altre parole essere felici. Un docu-film di 55 minuti in cui si alternano le testimonianze di quanti nel mondo dell’arte e della cultura lo aveva conosciuto (Marcello Veneziani, Neri Parenti, Francesco Mercadante, Corrado Prisco, Massimo Caminiti ed altri), letture di poesie, i ricordi affettuosi delle figlie e di alcuni dei nipoti, interviste a Vasile stesso (la citazione di Gorgia da Lentini su pensiero/conoscenza, fra le altre cose, ci fa rammentare che egli fu anche presidente dell’INDA, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico) e i simpatici siparietti tra i due amici collezionisti che si sfidano in una sorta di gara a chi detiene la locandina più rara, l’articolo di giornale o una rara pubblicazione o comunque materiale riguardante Turi Vasile. Sergi, il regista, in passato, nel 2009, aveva già omaggiato in un documentario la figura di Turi Vasile “Turi Vasile e la sua Sicilia” oltre che con “Nino e il Padre Santo”, film comico-grottesco, tratto dall’omonima novella di Vasile. Le musiche sono state curate dal maestro Aurelio Caliri e le riprese sono state effettuate nel comune di Savoca (ME).
“Verso Casa”, l’omaggio di Fabrizio Sergi a Turi Vasile
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