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mercoledì, Ottobre 30, 2024
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Cardiochirurgia pediatrica di Taormina, la portavoce dei genitori: “proroga di un anno non basta, la battaglia non si ferma”

“Dateci la possibilità di curare i nostri bambini a Taormina. Per loro quello, ormai, è un luogo familiare, è la casa dei nostri figli”. Arrivano al cuore le parole di Caterina Rizzo, la portavoce dei genitori dei bambini e delle bambine ricoverati ed in cura presso il reparto di Cardiochirurgia Pediatrica dell’ospedale San Vincenzo. La sua voce decisa a tratti mostra tutte le preoccupazioni di una mamma, che non sa quale futuro attende sua figlia. Caterina è una mamma che ha deciso di lottare senza mai arrendersi, una donna semplice che si trova ad affrontare in queste settimane una realtà che mai avrebbe voluto immaginare: “Io non ho mai parlato con politici prima, ma adesso sto cercando di fare il possibile per i bambini, affinché ne siano garantiti i diritti. La mia battaglia è quella di tutti i genitori che sono arrivati con i loro figli al Bambin Gesù di Taormina”.

La proroga (ancora da formalizzare) di un anno della convenzione con la Regione, che dovrebbe riguardare il Centro di contrada Sirina, non ferma la battaglia, che è iniziata e continua con una raccolta firme in diversi Comuni. In questo modo si chiede la possibilità di una proroga, non annuale come dovrebbe essere appunto ratificata dalla Regione, ma quinquennale o almeno triennale. Quello che sperano le famiglie dei piccoli pazienti è la possibilità di avere due centri specialisti in Sicilia, uno per l’area orientale, quello già esistente a Taormina, e uno da realizzare per la parte occidentale a Palermo.

L’importanza di tale scelta è sottolineata dalla Rizzo che afferma ”Lo devono lasciare qui, per noi è impensabile fare tutta quella strada fino a Palermo”, ma quello che preoccupa maggiormente questa mamma e gli altri genitori sarebbe lo shock psicologico che subirebbero i bambini, “per loro sarebbe tutto un ricominciare dall’inizio”conclude la portavoce dei genitori. Appare, in tal senso, utile ed anzi fondamentale ricordare che la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza all’articolo 24 afferma: “tutti i bambini hanno diritto di godere di buona salute […] Gli Stati devono quindi garantire ai genitori i mezzi per tutelare la loro salute e quella dei loro bambini”.

La Regione dovrebbe, pertanto, semplificare la vita a questi piccoli pazienti e alle loro famiglie, non complicarla destabilizzandoli e obbligandoli ad interrompere un percorso di cure iniziato da anni in un reparto ben avviato, per farli ricominciare in una nuova struttura ospedaliera. L’aspettativa di tante famiglie e di un intero comprensorio è che le parole della portavoce dei genitori vengano ascoltate: “Aiutateci perché qui a rimetterci sono i nostri bambini”.

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