SANTA TERESA DI RIVA – Nel tesoretto del Masterplan non c’è il progetto della strada intervalliva Santa Teresa – Antillo, considerata essenziale per lo sviluppo ede il rilancio dell’interva Val d’Agrò. Logiche politiche piuttosto che economiche hanno fatto inserire nella fase 2 del Masterplan lo svincolo Santa Teresa – Val d’Agrò per 12 milioni di euro, ritenuto altrettanto strategico per la Valle d’Agrò. Questo perché per lo svincolo c’è già un progetto di massima che il comune di Santa Teresa di Riva ha sottoposto all’esame del Ministero delle Infrastrutture, mentre per la intervalliva di fondovalle S.Teresa di Riva – Antillo è stato detto che questo progetto non c’è. Non è così, ovviamente, e quindi quella di puntare sullo svincolo è esclusivamente una scelta politica di “peso specifico”. I sindaci dei sette comuni della Valle d’Agrò che beneficerebbero di questa strada hanno dimostrato di non avere peso specifico perché lo svincolo non è costì strategico come lo è la strada. Di svincolo ce n’è uno a Roccalumera che dalla Valle d’Agrò dista solo un paio di chimometri. Ma non c’è una strada veloce che colleghi la riviera con i comuni che fanno da corona alla Valle: quindi una cattedrale nel deserto. Comunque ormai la scelta è stata fatta e anche se non ci si deve rassegnare la si deve accettare, per il bene del comprensorio.
Ma è la storia del progetto fantasma della intervalliva che non ci va giù perché sono anni che si parla di progetti.
Il progetto per la superstrada di fondovalle che fiancheggiando la sponda destra del torrente Agrò dovrebbe collegare la Riviera Jonica all’Abbazia di Casalvecchio, e quindi a Limina, Antillo e poi al versante tirrenico, attraverso la valle del Patrì, si è arenata nelle sabbie mobili del Prusst Valdemone. L’ultima “riunione di concertazione” per la verifica dello stato di fatto del progetto che si è tenuta a Forza D’Agrò su richiesta del sindaco Fabio Di Cara, non ha portato a nulla di concreto. Era il marzo del 2015. Era stato stabilito che del progetto se ne sarebbero occupati i tecnici dei comuni interessati, quelli della Provincia e quelli del Prusst Valdemone. A quel vertice vi hanno partecipato i rappresentanti di Santa Teresa, Antillo, Casalvecchio, Savoca, Forza d’Agrò e Limina, l’ing. Giuseppe Celi della Provincia e il dott. Lorenzo Mirabito dell’Ufficio Speciale Consortile del Prusst Valdemone: in quella occasione il Prusst ha passato la palla agli uffici tecnici comunali per il progetto preliminare. Dalla montagna di questo popò di professionisti, purtroppo, non è partorito nemmeno un topolino. “Sarebbe stato meglio e utile dare l’incarico ad un pool di professionisti di altro profilo che a quest’ora di progetti ne avrebbero fatti cinque!” commenta il sindaco di Antillo Davide Paratore. “E’ un discorso che potremmo affrontare con l’Unione dei Comuni – dice il presidente Fabio Di Cara – anche se non abbiamo i soldi per la progettazione. Potremmo sfruttare quelli in portafoglio del Prusst Valdemone, ma tutti i sindaci dobbiamo fare quadrato”. E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago …