PAGLIARA – Resta drammatica la situazione idrica in paese. Da un anno la condotta è stata ridotta a brandelli da un violento nubifragio, che ha letteralmente frantumato i tubi dell’acquedotto posizionati ai margini del torrente Pagliara. Da un anno le famiglie, esattamente dal mese di marzo dello scorso anno, fanno uso di acqua non potabile, proveniente da un pozzo privato, e col rischio di infezione. La gente è infuriata e le proteste aumentano. Sotto accusa l’amministrazione comunale del sindaco Domenico Prestipino, che ancora non ha risolto il delicato problema. “Ma io che colpa ne ho di questi disagi – precisa il primo cittadino – Un violento nubifragio ha letteralmente spazzato via i tubi dell’acquedotto. Abbiamo dichiarato lo stato di calamità e la Protezione civile prontamente accorsa ci ha dato ragione. La Regione ha deliberato lo stato di calamità ed ora si aspetta il finanziamento da Roma. Che purtroppo non arriva. Sono andato personalmente nella Capitale e mi hanno rassicurato che quanto prima sarà firmato il decreto. Dobbiamo aspettare. Se noi avessimo avuto in bilancio la disponibilità di quattrocentomila euro la nuova condotta idrica l’avremmo realizzata con i nostri soldi. Ma siamo un piccolo Comune non abbiamo questa possibilità”. La minoranza attacca il sindaco Prestipino, perché l’acqua proveniente dal pozzo privato e immessa nel serbatoio comunale non è potabile “e qui siamo di fronte ad un problema molto più serio in quanto c’è di mezzo la salute dei cittadini”, scrivono i quattro consiglieri di opposizione e alla fine pongono un interrogativo al sindaco: “Perché non sono state effettuate le analisi come previsto dalla legge?”.