16.7 C
Santa Teresa di Riva
domenica, Novembre 24, 2024
HomeAttualitàL'amministrazione sradica le tamerici sul lungomare di Santa Teresa. Allo scempio non c'è...

L’amministrazione sradica le tamerici sul lungomare di Santa Teresa. Allo scempio non c’è mai fine

Le tamerici del lungomare di Santa Teresa Di Riva non combattono più con i venti, con il sale, con gli spruzzi, non difendono più il litorale dal mare e dal sole, non si presentano più, pur nella forma rustica, con caratteristico valore ornamentale.

Queste piante sempreverdi, impregnate di salsedine, non fanno più ombra nelle giornate assolate e non parlano più sotto la pioggia battente sulle piccole foglie. Le tamerici della nostra ridente cittadina, ormai, sono state espulse dal loro habitat naturale, tipico dell’area mediterranea e dei paesi rivieraschi, hanno finito di dare fastidio per le gocce di sudore “resina” che cadono sul marciapiede, sui pedoni e sulle auto in sosta, per lo spazio occupato, per il bisogno di attenzione.

Così scompare un pezzo di vita, l’identità di un territorio, il patrimonio della tradizione a colpi di fantomatiche urgenze di praticità, di scelte razionali di modernità, di vantaggi per tutta la cittadinanza, di utilità per i lavori in corso. Ma qualcuno  degli amministratori o dei cittadini attivi interpellati e propositivi si è mai chiesto a che cosa serve l’albero? Abbiamo avuto mai modo e tempo di pensare che l’albero per l’uomo è da sempre considerato il simbolo della vita per eccellenza? Il simbolo che consente la realizzazione della creazione e la coscientizzazione dell’ umanità? E’ mai venuto in mente che qualsiasi albero assolve sempre ad una funzione specifica e permette di conseguenza l’organizzazione di una comunità?

Forse ancora non ci siamo resi conto che la vita umana è venuta dopo gli alberi, che ci danno la possibilità di esistere con la varietà di benefici proposti a favore degli abitanti della terra, per cui meritano rispetto ossequioso e vanno usati con dovuti limiti di regolamentazione. Forse ancora non ci sembra sufficiente il danno causato per ricercare la praticità, la modernità, l’utilità, i vantaggi immediati ed i privilegi dei cittadini di questo mondo a discapito degli alberi. Forse non abbiamo neanche pensato all’opera di sostituzione delle tamerici, se ci sarà e quando, come spreco economico, tentativo di eliminare le proprietà di un ambiente, di far venire meno la cultura e la poesia di un luogo, espressioni tipiche di una storia costruita in interazione tra l’uomo e la natura, tra amministratori e cittadini, tra individui e bene comune!

Le tamerici, anche se sradicate, ci parlano ancora, sperano di essere trapiantate in un altro posto, soffrono la perdita della loro dimora e muoiono di tristezza se non si adattano, se non vengono accolti e curati.  La fine delle nostre tamerici ci preoccupa come residenti perché rappresenta un grido d’allarme per l’ambiente, una privazione per la comunità, la mancanza di vocazione per un territorio, una ferita difficile da rimarginare. Tuttavia ci vogliamo augurare che il tempo provveda e che la consapevolezza aumenti per un futuro a misura d’uomo.

I piu' letti

P