La Zona Falcata, area potenzialmente più preziosa della Città è colpevolmente lasciata nel degrado da decenni e solo con l’accordo del 23 Aprile 2014 si è dato avvio a soluzione dell’annoso contenzioso tra Stato e Regione, attraverso i bracci operativi Autorità Portuale ed Ente Porto. Quell’accordo sancisce la rinuncia sulle aree di 58 km di fronte mare, ivi compresi quegli otto ettari di terra caratterizzanti Messina, da parte della Regione e la liquidazione dell’Ente Porto. Non bisogna dimenticare come l’attuale Amministrazione nella persona del Sindaco Accorinti fosse testimone plaudente e felice della sottoscrizione dell’accordo suddetto insieme con l’Assessore Regionale ed il Presidente della Autorithy proprio nella Sede della Autorità Portuale. Accorinti e accorintiani fingono di dimenticare che quell’accordo sanciva l’abbandono del giudizio di appello contro la sentenza 191/2013 del Tribunale di Messina e di altro giudizio pendente. La Amministrazione di questa città allo sbando finge di dimenticare della esistenza e della condivisione di un verbale di consegna delle aree della Zona Falcata di proprietà del Demanio Statale e dunque passati alla competenza della Autorità Portuale firmato nell’Ottobre 2014. Questa Amministrazione sottace che solo recentemente la Regione ha dichiarato la volontà di procedere alla demolizione dell’ecomostro inceneritore facendosi promotore di intese istituzionali operative e piuttosto che spingere sull’acceleratore del confronto su questi temi, preferisce cavalcare la tigre di un insostenibile “principio” con il mantenimento di un perenne contenzioso giuridico che maschera solo incapacità di governo ed inesistenza di progetto.
Questa è contrarietà speciosa al dialogo propositivo tra soggetti istituzionali mentre si dovrebbe piuttosto considerare strategica per Messina e i suoi cittadini la difesa di un compendio territoriale e di un sistema portuale vastissimo per area geografica e per numeri contro la denegata ipotesi, peraltro bocciata da recente pronuncia di Corte Costituzionale, di accorpamento che pregiudica la fruizione di opportunità e risorse spostando il centro decisionale sull’asse Catania Augusta. La Scuola Politica – Gruppo Briguglio esorta tutti ad abbandonare il terreno minato della sostanziale inefficienza politica di questa Amministrazione e di questa Deputazione per difendere la nostra Città dall’ennesimo scippo che come detto ormai da molti aggiungerebbe all’esistente altro sapore amaro della beffa.