Da Taormina riceviamo e pubblichiamo: “Poi mi dico:”no e poi no, bisogna essere ottimisti!” Invece il giorno di Natale, a Taormina, sono piombata nel più cupo pessimismo. Dopo un mese di intenso lavoro, dopo la cena della vigilia passata in famiglia, decido di trascorrere il giorno di Natale nella mia Taormina. Penso di fare una bella passeggiata, qualche acquisto fuori programma, e poi pranzare in uno dei tanti ottimi ristoranti. Arrivo a Taormina alle 11, giornata meteorologicamente discreta, tepore insolito per il periodo ma, forse tutto sommato normale per la nostra Sicilia, abituata a dolci inverni, colpevolmente mal sfruttati dal punto di vista turistico. Stranamente trovo parcheggio nelle strade cittadine, che ben conosco essendo nata e vissuta qui fino a qualche anno fa. Il Corso Umberto mi appare spettrale, silenzioso, nonostante la presenza di gruppi di giapponesi, che con le loro inseparabili macchine fotografiche si infilano ovunque. I negozi sono rigorosamente chiusi: alcuni con apertura a marzo, altri alle 17 del pomeriggio, altri il 26. Ai turisti giapponesi, intanto, si aggiungono gruppetti di visitatori; sono per lo più famiglie con bambini, sparpagliati qua e là, in cerca del tiepido sole che fa capolino fra le nuvole. Anche i ristoranti sembrano tutti chiusi, solo qualche bar è aperto, così decido di fermarmi a prendere un aperitivo e poi cercare con calma un posto dove mangiare. Sono le 12,30 mi fermo al bar … (un noto locale in piazza, ndc) che vedo pieno di gente; mi siedo e un solerte cameriere, con un fare molto sbrigativo, mi informa che il locale chiude alle 13, che se voglio qualcosa devo consumare in fretta. Rimango di stucco, la rabbia si impadronisce di me, ma faccio con calma ordino e aspetto che si faccia l’ora fatidica, mentre i camerieri tolgono tutto, tovaglie e copri sedie, sparecchiano, cercano di far pagare tutti compresa una famiglia francese con 2 bambini che stava beatamente mangiando un antipasto! Mi alzo e vado a cercarmi un ristorante aperto che finalmente trovo e che con tanta cortesia e gentilezza ma soprattutto con dell’ ottimo cibo, riesce a cancellare la mia rabbia. Ecco mondo! Questa è Taormina, la Perla dello Jonio, il giorno di Natale! Ecco come l’ha ridotta chi amministra! NON CI RESTA CHE PIANGERE! AUGURI”.
Rita D’Amico