FORZA D’AGRO’ – Sono 2840 gli elettori che domenica 18 ottobre potranno andare a votare per il referendum di secessione della frazione Scifì da Forza D’Agrò e l’aggregazione al comune di Sant’Alessio. In dettaglio gli iscritti nelle liste elettorali di Sant’Alessio sono 1426 mentre a Forza D’Agrò sono 1014. Perché il si passi occore un quorum di 1222 votanti (50%+1 degli aventi diritto. Nelle due comunità i comitato pro e contro stanno intensificando la loro attività e, specie a Scifì, si susseguono gli incontri con gli elettori. Ieri sera c’è stato un incontro tra il gruppo consiliare di opposizione “Rinnovamento nella Competenza” con i vertici del comitato Pro Scifì. Il gruppo politico ha espresso piena e totale adesione al progetto del Comitato e si batterà con tutte le sue componenti per la vittoria del “si” al referendum del prossimo 18 Ottobre.
Come è noto contrari alla secessione aggregazione è il primo cittadino di Forza D’Agrò, Fabio Di Cara, mentre l’ex primo cittadino di Sant’Alessio, Giovanni Foti, si è dichiarato favorevole, anzi proponendo l’unione Forza D’Agrò-Sant’Alessio, frazioni comprese. Nel lotto dei contrari in un prevedente servizio avevamo incluso il sindaco di Sant’Alessio Rosa Anna Fichera, la quale però ci fa sapere di non avere ancora deciso la sua posizione. “Mi sono dichiarata favorevole a che alla consultazione partecipassero anche gli elettori di Sant’Alesip, visto che si tratta di aggregazione e mi pare giusto che gli alessesi esprimano la loro scelta. Per quanto mi riguarda non ho ancora deciso nulla, la renderò pubblica al momento opportuno”.
Siamo andati a rileggerci le dichiarazioni del primo cittadino Fichera nell’ottobre 2013 quando la Regione aveva accolto la richiesta di referendum. Ci disse allora: “Scifì ha perso il treno nel 1948 con quel voltafaccia che fecero a mio padre. Non si possono vanificare dall’oggi al domani anni di sacrifici e di impegno civico da parte degli alessesi. Comunque sia chiaro a tutti: seguirò con molta attenzione l’evolversi di questa situazione e non lascerò nulla al caso”. Quella scelta del 1948 è ancora una ferita aperta in casa Fichera. Lo sgarbo che gli scifiesi fecero nel 1948 al padre, Giuseppe, poi divenuto primo sindaco di Sant’Alessio con l’autonomia da Forza D’Agrò, non si cancella e ricorda che “la notte andarono a dormire come frazione di Sant’Alessio, e la mattina si svegliarono come frazione di Forza D’Agrò”.
Per il Si è schierato l’ex sindaco di Sant’Alessio Giovanni Foti che recentemente ha ribadito la sua posizione nel corso di un incontro a Scifì. Nell’ottobre del 2008 quando il consiglio di Sant’Alessio fui chiamato ad esprimere il gradimento al referendum proposto dal comitato Pro Scifì, ci dichiarò: “E’ una iniziativa che non abbiamo ostacolato, il consiglio non ha voluto dire di no, ma questo non vuol dire che ne siamo contenti e facciamo salti di gioia. E’ vero che già gran parte della popolazione di Scifì usufruisce dei servizi offerti da Sant’Alessio, ma questo non basta per diventare nostri concittadini. Santalessesi per decreto? Ma per favore….”. Ed allora perchè l’unanimità in consiglio a fronte di un sentire popolare di assoluta indifferenza, chiediamo: “Dire si o no non avrebbe cambiato niente, eravamo obbligati, questo si, a dare una risposta nei quaranta giorni previsti dalla legge, altrimenti saremmo stati inadempienti, e non c’entra nulla il fatto che a Forza D’Agrò non ci sia una amministrazione. Sono problemi loro”. Oggi, invece, ritiene “il si un fatto che dovrebbe essere scontato perchè votare contro sarebbe come votare contro la storia, non rendersi conto del fatto che più si è grandi più si ha possibilità di autogestirsi e finanziare la progettualità”.