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domenica, Novembre 24, 2024
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La 114 tagliata a fette

SANT’ALESSIO – La statale 114 dopo il nubifragio di cinque giorni fa resta ancora tagliata a fette. Chiuso il tratto di Capo Alì (con i blocchi di cemento) per il timore di nuove frane, chiuso il tratto di Fondaco Parrino tra Letojanni e Sant’Alessio, anche qui non tanto per la frana che si è registrata cinque giorni fa, quando per il pericolo di nuovi smottamenti. Per raggiungere Messina o Taormina bisogna passare per l’A18. Pagando il pedaggio. L’Anas ha provveduto a chiudere con blocchi di cemento la viabilità a Capo Alì (km 22,600), mentre si è limitata a porre delle transenne e dei cartelli informativi a Fondaco Parrino, dove ufficialmente chiuso al transito fino al 25 settembre il tratto di statale 114 tra Capo Sant’Alessio (bivio per Forza D’Agrò) e la stazione ferroviaria di Giardini-Taormina, compreso tra i km 38 e 49, che interessano i territori dei  comuni di Sant’Alessio, Forza d’Agrò, Letojanni, Taormina e Giardini Naxos.

E l’autunno non è ancora arrivato. Chiudere la statale significa allungare il percorso di parecchi chilometri, aumentare i costi per chi si deve spostare per lavoro, mettere in ginocchio le piccole economie dei nostri piccoli paesi, dove anche un caffè al bar fa economia. Non si è voluto risolvere una volta per tutte l’emergenza di Capo Alì forse proprio perché l’emergenza consente la gestione di flussi economici. Ma è anche vero che l’Anas non riesce a dare risposte concrete ai cittadini ed agli utenti della strada perché da quattro anni mantiene una strettoia a Capo Sant’Alessio dovuta allo smottamento del costone sovrastante il secondo tornante del Capo, perché da dieci anni tiene cittadini ed automobilisti sotto la spada di Dàmocle di due ponti, quello sull’Agrò tra Santa Teresa di Riva e Sant’Alessio, ed il Nisi, tra Nizza e Alì Terme, dichiarati inidonei alla circolazione, ma chiusi ed aperti al traffico a seconda dell’assessore regionale che c’è alle Infrastrutture. I viadotti devono essere demoliti e rifatti, dice l’Anas, ma sono lì da sessanta anni ed hanno sopporttato ogni tipo di traffico. Forse è giunto il momento di rivedere le apocalittiche previsioni iniziali e sistemare le cose con una buona iniezione di cemento e qualche passata di antiruggine (tanto per dire). Questa nuova chiusura a fette della gloriosa Orientale Sicula, ss114, viene mal digerita dalla popolazione che delinea foschi presagi per l’autunno e l’inverno che stanno arrivando. (gi.pu.) 

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