GRANITI – La sezione feriale del Tribunale di Messina (presidente D’Uva, giudici Cusolito e Madia) ha disposto la sospensione della nota prefettizia in base alla quale, il 21 luglio 2015, il Consiglio Comunale di Graniti aveva, a sua volta, sospeso dalla carica di consigliere Vincenzo Lo Monte, 68 anni, in base alla cosiddetta legge Severino.
Lo Monte si era opposto al provvedimento prefettizio e assistito dall’avv. Paolo Turianod i Santa Teresa di Riva aveva sostenuto che in base all’art. 25 della Costituzione “nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”. Il tribunale, riunito in sessione collegiale, ha ritenuto “rilevanti e non manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale” sollevate dall’avv. Turiano, tra cui l’applicazione retroattiva della legge e la sospensione anche in presenza di condanna non definitiva, sospendendo l’efficacia del provvedimento prefettizio.
Vincenzo Lo Monte, ex sindaco di Graniti, era stato condannato il 10 dicembre 2013 a quattro anni nel processo che vedeva imputati altre nove persone per i progetti destinati alle aree rurali dell’Alcantara. L’inchiesta dei carabinieri, cominciata sei anni prima la sentenza di primo grado, ma riferita a fatti accaduti nel decennio scorso, riguardava la gestione dei fondi del Pit 32 ed ipotizzava i reati, contestati a vario titolo, di falso, truffa e peculato. A dare il via agli accertamenti era stato l’allora responsabile della caserma di Villafranca, il maresciallo Nicola Santamaria, sotto il coordinamento dell’allora pm di Messina, Giuseppe Farinella. La svolta dell’inchiesta arrivò con le conversazioni intercettate negli uffici del Pit. E’ così che nel 2007 vennero sospesi Vincenzo Lo Monte, Francesco Vasquez, project manager del Pit32 (condannato a 3 anni e 10 mesi) e Antonio Spitaleri, responsabile tecnico (condannato a 3 anni e 8 mesi). Con interdizione perpetua di Lo Monte e Vasquez.
