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giovedì, Settembre 19, 2024
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Alla riscoperta del genius loci della Val d’Agrò 

CASALVECCHIO – Anche quest’anno nell’Abbazia dei SS. Pietro e Paolo D’Agrò, con qualche giorno di anticipo sul solstizio d’estate astronomico, si è ripetuto il fenomeno di rifrazione della luce che vuole un raggio di sole penetrare attraverso la finestra dell’abside e illuminare, come fosse uno spot, l’altare e la sua croce. Niente di soprannaturale, solo un effetto particolare, un bagliore di grande intensità, che l’anno scorso per la prima volta era stato fotografato da uno dei due custodi assegnati all’abbazia dalla sezione demanio culturale della soprintendenza di Messina, il compianto Paolo Pacher. Quest’anno a fotografare il solstizio d’estate nell’Abbazia c’era l’arch. Ketty Tamà, presidente del Lions Club Letojanni – Valdagrò, che proprio domenica 21 nell’Abbazia organizza un convegno sul genius loci nel solstizio d’estate.  L’osservazione di questo fenomeno, ben conosciuto dai monaci bizantini che consentiva loro di calcolare il giorno più lungo dell’anno, si è avuta attorno alle 11 di lunedì 16 giugno. Intorno al 21 giugno il sole celebra il suo trionfo, in quello che è il giorno più lungo dell’anno, ma che allo stesso tempo, rappresenta l’inizio del suo declino. Dopo il solstizio d’estate, le giornate iniziano lentamente ma inesorabilmente ad accorciarsi fino al solstizio d’inverno, in quella che è la fase “calante” dell’anno. 

Il solstizio d’estate aveva per i monaci basiliani che riedificarono l’abbazia (poi distrutta dagli arabi e riedificata dai normanni) una importanza vitale tanto che veniva celebrato con una grande fiera, la cui tradizione è arrivata fino ai giorni nostri. Infatti alla fine di giugno ai piedi dell’Abbazia si tiene la fiera mercato dei prodotti locali.

Il convegno di domenica sera all’Abbazia su “Miti, Poeti, Sogni, Pittori e Santi nella Valle d’Agrò- La riscoperta del Genius Loci nel Solstizio d’Estate” del Lions prevede di trattare quattro temi con quattro studiosi che rileggeranno in chiave mitica, onirica, cosmologica e religiosa la Valle: Santino Mastroeni (la valle di Ulisse ed i buoi del sole), Filippo Brianni (gli scavi di Scifì), Giuseppe Finocchio (valle di gonfaloni perduti e di pittori) e don Francesco Broccio (la valle dei  santi e di S.Filippo d’Agira).

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