SANTA TERESA DI RIVA – E’ stato respinto al mittente, come era ampiamente prevedibile, il nuovo orario di lavoro nel Municipio di Santa Teresa di Riva. Ieri i comunali hanno tenuto una affollata e partecipata assemblea nel corso della quale alla unanimità hanno ribadito con forza “che l’impostazione del nuovo orario di lavoro non è condivisa” e chiedono “che venga ripristinato il precedente, anche se con un solo rientro pomeridiano, e quindi dalle 8 alle 14,30 – con flessibilità di 30 minuti prima e dopo l’orario di lavoro – e con il rientro pomeridiano del lunedì dalle 15,30 alle 19”. All’assemblea erano presenti i responsabili territoriali della Cisl (Gianni Coledi), della Cgil, Francesco Fucile, e della Diccap, Alessandro Molteni con i rappresentanti sindacali aziendali Pippo Settimo (Cisl), Mimmo Vasta (Diccap), Antonio Trimarchi (Cgil) e Salvo Scarpignato (Uil). Non c’è stata rottura, è stato lasciato aperto uno spiraglio per la ripresa dei rapporti con la controparte, infatti l’assemblea ha dato mandato alle organizzazioni sindacali di “ripristinare le corrette relazioni sindacali con la parte pubblica” dato che i rapporti in questi ultimi tempi sono particolarmente tesi anche per le decisioni unilaterali che hanno riguardato l’assetto degli uffici e la riorganizzazione della pianta organica. Un comunicato finale di poche righe e dai toni distensivi molto lontano da quelli vergati col fuoco da Cgil, Cisl e Uil prima e dopo i tavoli che si sono tenuti con la parte pubblica sulla questione dell’organico Aro (l’amministrazione ha dimezzato la forza lavoro) e quello sulla stabilizzazione dei precari (8 su 32 nei programmi dell’amministrazione). Se i rapporti tornano distesi è un bene per tutti. Resta il fatto che i dipendenti non accettano l’orario di lavoro “punitivo” voluto dal sindaco per stanare i nullafacenti, anzi, i “fannulloni” come li chiama lui, che rubano mezzora dell’orario di lavoro per la loro personale “pausa caffè”. De Luca ha ingaggiato con loro una vera e propria guerra, soltanto che invece di colpire i responsabili, o i presunti tali, spara nel mucchio e sforna provvedimenti che ad occhi esterni paiono punitivi. La riorganizzazione degli uffici contestatissima dai sindacati ne è un esempio. De Luca nel giro di due anni è passato dalle 8 aree dirigenziali ereditate da Morabito, a 3, con un sensibile risparmio per le casse comunali, ma in un tourbillon dei servizi (scesi a 18) che ancora oggi si fra fatica a raccapezzarsi. E che le cose non vasdano nel senso auspicato lo testimonia il fatto che è un continuo aggiustamento, alla ricerca dell’assetto perduto.
L’assemblea di ieri mattina è un segnale importante all’interno del Municipio, perché finalmente è stato mandato un messaggio chiaro alla parte pubblica: nessuno è più disposto a subire provvedimenti calati dall’alto, senza “concertazione”, parolina che fa dormire sonni tranquilli a tutti, quando applicata. Da oggi entra in vigore il nuovo (contestato) orario (l’ordinanza sindacale è già stata pubblicata): che succederà? Obbedir tacendo!