Un pensiero dell’avv. Paolo Turiano in memoria di Angelo Giunta, scomparso improvvisamente in questi giorni.
Quando ci lasica una persona che conosci da sempre e con la quale hai condiviso molti momenti della vita, tanti sono i pensieri che affollano la mente.
La morte, anche quando sopravviene alla fine di una lunga malattia, è sempre inattesa perché ne rifiutiamo la stessa idea; quando poi, come nella circostanza, giunge improvvisa, è a dir poco inaccettabile.
Conoscevo Angelo Giunta da una vita, eravamo amici, ci accomunava, tra l’altro, la grande passione per il calcio che avevamo praticato in più occasioni anche insieme, iniziando e concludendo la carriera nella stessa squadra.
Era un ottimo calciatore: la prestanza fisica, il grande stacco di testa e le qualità tecniche ne facevano un difensore difficilmente superabile e nell’ambiente calcistico non solo locale si diceva giocasse “alla Facchetti”, indimenticato terzino dell’Inter e della Nazionale.
Mi pare immaginare, or, che stia già pensando ad organizzare una partitella “in famiglia” con Peppuccio Bellomo, Piero Vernuccio e Melo Ricciardi, compagni di quella mitica “Olimpia” in cui, insieme a tanti altri amici, abbiamo iniziato l’attività agonistica dominando per anni, sotto la guida appassionata di Aldo Leo, il calcio giovanile non solo provinciale, e con il carissimo nipote Pippo.
Farei, però, un torto ad Angelo se ne ricordassi soltanto le qualità sportive.
Nella vita egli è stato lavoratore serio ed impegnato, sempre disponibile con tutti e mai arrogante o presuntuoso in un ruolo non facile e leggero.
Ha amato sempre la famiglia, di cui è stato punto di riferimento costante ed ineludibile anche nei momenti più difficili.
Angelo ci mancherà perché aveva una dote sempre più rara: era una persona perbene.
Ed è così che lo ricorderemo.