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domenica, Novembre 24, 2024
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Imu agricola, sospesa dal Tar Lazio

Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto sull’Imu (28/11/2014) sui terreni agricoli per i Comuni montani. Lo ha reso noto l’Unione Nazionale Comuni Enti Montani (Uncem), precisando che una decisione definitiva sull’imposta sara’ presa il 21 gennaio, prima della scadenza del pagamento della tassa. Il Tar contesta il meccanismo dell’altitudine individuato come criterio per il pagamento (dai 281 ai 600 metri slm).

”Il pronunciamento del Tar conferma le ragioni per le quali oltre 170 deputati avevano chiesto al Governo di riprendere in mano la questione evitando di scaricarla su contribuenti e Comuni – commenta Enrico Borghi, presidente nazionale di Uncem e dell’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della Montagna -.I Comuni montani piemontesi, insieme a quelli toscani, emiliani e campani, stanno approvando un odg per chiedere al Governo e al Parlamento di eliminare l’Imu sui terreni montani”. Norma alla mano, al momento potrebbero essere esentati dal pagamento dell’imposta solo i suoli ubicati nei Comuni ad oltre 600 metri sul livello del mare. Per tutti gli altri sono dolori: nelle città in cui l’altitudine è compresa fra 281 e 600 metri, non pagano solo i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Sotto i 280 metri, invece, pagano tutti i proprietari di terreni agricoli senza alcuna distinzione.

In particolare, nel testo del Tar Lazio, si legge che il provvedimento impugnato determina eccezionale e grave pregiudizio per le seguenti ragioni:

“1. assoluta incertezza dei criteri applicativi, con particolare riguardo a quello dell’altitudine, ben potendo essere assoggettato a imposizione un terreno posto a più di 600 metri in agro di comune posto notevolmente al di sotto di tale altezza, giusta quanto previsto dall’art. 2 del decreto ministeriale 28 novembre 2014 qui impugnato (irragionevolezza dell’imposizione non legata all’effettiva natura e posizione del bene);

2. trattandosi di misura a carattere asseritamente compensativo la stessa interviene quando ormai gli impegni finanziari da parte dei comuni sono stati assunti con effetti gravi sul pareggio di bilancio tali da ingenerare, in alcuni casi, una procedura finalizzata alla declaratoria di dissesto, e, comunque, con pesanti conseguenze sulla erogazione dei servizi alla comunità di riferimento; tali evenienze sono sicuramente favorite dalla fissazione, per i pagamenti IMU, di un termine successivo all’anno finanziario in corso, con effetti sia sulla rilevanza di un’operazione contabile forzatamente non fedele ai non conosciuti dati reali sia sulla sua affidabilità in vista del controllo democratico delle collettività della cui esponenza si tratta;

3. tenuto altresì conto dei ristrettissimi tempi assegnati per dare esecuzione in sede comunale a non certo semplici incombenze nonché della palese violazione delle norme poste a tutela del contribuente in materia di irretroattività e di spazio temporale minimo per l’attivazione di adempimenti relativi a provvedimenti impositivi”.

Adesso, dopo l’ulteriore passo in avanti per l’eliminazione, l’attesa per gli operatori e proprietari di suoli agricoli si sposta al 21 gennaio prossimo, quando si deciderà in maniera definitiva se si dovrà pagare entro il 26 oppure no.

Intanto i comuni jonici e della Valle D’Alcantara sono rimasti inerti, stessa come per l’Unione dei Comune che non hanno adottato nessuna iniziativa per contestare l’applicazione dell’Imu sui terreni agricoli, la gran parte incoltivati. Quindi, un aggravio di imposte per la collettività che non trae nessun beneficio economico.

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