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domenica, Novembre 24, 2024
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Melanie Griffith al Taormina FilmFest                   

Altro ospite d’eccezione in questa 60ma edizione del Taormina FilmFest (i grossi nomi non mancano ma i film scarseggiano…) la 57enne Melanie Griffith in una Tao Class molto affollata di una giornata intensa che ha visto in sala A del Palacongressi susseguirsi gente del calibro di Ben Stiller, Giulio Scarpati e Paola Cortellesi. La Griffith, figlia d’arte, sua madre era Tippi Hedren, protagonista di molte pellicole specie con Alfred Hitchcock (Marnie, Gli Uccelli) e Chiarlie Chaplin (La Contessa di Hong Kong), sollecitata dalle domande del pubblico in sala sfodera alcuni simpatici aneddoti come quando bambina al seguito della madre sul set di un film, Hitchcock in persona le regalò, in occasione del suo compleanno, una bambola che aveva il volto di sua madre e collocata all’interno di uno scrigno che vagamente ricordava una bara…Assolutamente Alfred, ricorda, era una persona a dir poco sui generis…O di quando conobbe Sophia Loren che lavorò con la madre ne “La Contessa di Hong Kong” e che se la portò a casa sua e le fece conoscere il resto della famiglia e fu molto affettuosa con lei. Melanie Griffith, icona degli anni ’80 per femminilità, trasgressione e fierezza del proprio corpo, non ha fatto mistero di essere particolarmente felice di essere stata invitata in un festival dedicato alle donne, anzi ritiene che il lavoro di attrice sia una importante occasione per dare voce a tutte le donne del mondo, a quelle che ne hanno poca, un veicolo di emancipazione femminile. Attrice brillante e disinvolta sembra sempre se stessa davanti alle telecamere e ne traspare un’immediata naturalezza che la fa entrare subito nel personaggio bucando lo schermo grazie a quel particolare senso di compiacersi nell’ inoltrare buonumore agli spettatori. Una chicca l’ha riservata agli spettatori in sala: sua figlia Dakota Johnson sarà la protagonista nel film “50 Sfumature di Grigio” tratto dall’omonimo best-seller editoriale. Infine una considerazione sullo stato di salute attuale del cinema americano; lo spostamento sempre costante verso le serial-tv è segno di un momento di magra del cinema di Hollywood più attratto adesso a mettere su blockbuster o commedie di basso livello piuttosto che film d’autore o commedie intelligenti e di spessore.

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