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domenica, Novembre 24, 2024
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Lo “Smista Usato” chiude definitivamente

Roccalumera – “Ho tanta amarezza. Sono costretta a chiudere lo “Smista Usato” per la negligenza degli Enti preposti”. E’ lo sfogo, triste e  sofferente, di Teresa Brancato presidente dell’associazione culturale “E Berta filava” che da tre anni tiene in vita e gestisce un locale destinato ad aiutare le persone povere. E in verità giornalmente sono in tanti, bisognosi ed indigenti del posto ed extracomunitari,  che raggiungono il centro “Smista Usato” ubicato nei locali di via Umberto I, al numero civico 92, per fare scorte di vestiti, cappotti, giacche, pantaloni, impermeabili e scarpe. Ma vengono anche le giovani mamme, che trovano per i loro bambini non solo vestitini e tutine ma anche i passeggini. Ed è un via vai continuo questo centro di smistamento degli abiti usati. Non si paga niente. Tutto gratis. Dal prossimo trenta giugno, esattamente tra due settimane, questo locale chiuderà i battenti. “Al  mese  ci sono 700 euro di spese, tra affitto, luce ed acqua. E non abbiamo questa disponibilità economica. Prima eravamo nei locali al piano terra del Municipio, poi siamo stati buttati fuori e siamo stati costretti a prendere una casa in affitto. Ma non abbiamo alcuna possibilità per pagare il mensile”.  Inizialmente era accorso in difesa dell’associazione padre Manuli, parroco di Mandanici, ma anche in questo caso si è verificato un insolito episodio. “E’ successo – ha continuato il presidente dell’associazione “E Berta filava”  – che alcune persone di Mandanici sono venute a trovarmi e mi hanno detto di non pretendere niente da padre Manuli, perché il parroco il suo contributo lo deve dare ai fedeli della sua parrocchia e non ai poveri di Roccalumera”. Un avvertimento strano, che ha ulteriormente scoraggiato la Brancato nel portare avanti la sua missione. In verità l’associazione che gestisce  lo “Smista Usato” non ha ricevuto contributi e solidarietà né dai parroci del paese, né dal Comune, nè tantomeno da altri Enti o  società. Sempre da sola a lenire le sofferenze di quanti non avevano i soldi per comprarsi un vestito, un pantalone, un cappotto o un paio di scarpe. E così tra due settimane, questo locale diventato simbolo della lotta alla povertà, chiuderà, creando comprensibili disagi alle famiglie bisognose di Alì Terme, Nizza, Roccalumera, S.Teresa, Furci Siculo, Limina e Antillo che da tre anni si rifornivano di vestiti, scarpe,  completini  per i bambini e qualche volta anche di passeggini. “Non mollo però – ha concluso Teresa Brancato – anzi spero che qualche amministratore  comunale, degli imprenditori oppure famiglie facoltose si facciano avanti  per aiutare la povera gente, gli emarginati i bisognosi, che sono tanti nella nostra provincia. Famiglie che non riescono neanche a comprarsi da mangiare, figurarsi se hanno i soldi per un paio di scarpe. Lo Smista Usato chiuderà a fine giugno, ma speriamo che qualche Ente  o nobile famiglia possa ridarci le forze per sopravvivere”. 

Lo “Smista Usato”  è stato da cinque anni a questa parte un punto di riferimento per la gente povera del comprensorio jonico del messinese.  Per due anni è stato gestito nella sede dell’associazione “E Berta filava”, sulla via Umberto I, proprio di fronte il rifornimento di benzina, successivamente al piano terra del municipio di Roccalumera. Lo “Smista Usato” è stato qui per tre anni ancora, grazie ad una convenzione col comune, di cui allora era sindaco l’avv. Gianni Miasi. Con la nuova amministrazione del primo cittadino Gaetano Argiroffi, i locali sono stati chiusi perché pericolanti e  Teresa Brancato, presidente dell’associazione,  è stata costretta a prendersi dei  locali  in affitto per fronteggiare le continue richieste delle persone povera.  Nessuno però ha teso una mano  per aiutare la Brancato,  per cui dopo mesi di sofferenze (non riuscendo più a pagare le 700 euro al mese) si è vista costretta a lasciare i locali e chiudere battenti.  

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