18 C
Santa Teresa di Riva
venerdì, Novembre 22, 2024
HomeAttualitàRiflessione dell'avv. Gianni Miasi sulla strage di Lampedusa

Riflessione dell’avv. Gianni Miasi sulla strage di Lampedusa

 Molti tra di voi avranno letto il libro “ Gomorra” e, ancora più numerosi, visto il film omonimo. Il libro si apre con la descrizione della seguente scena: nel porto di Napoli stanno imbarcando dei container allorquando, a causa di un guasto, uno si apre e lascia cadere il contenuto. Cosa c’era dentro? Tanti corpi di cinesi morti e congelati che facevano ritorno in Cina ma dei quali restavano le carte di identità che sarebbero servite per altri cinesi. A Lampedusa si è consumata una strage ulteriore di immigrati che vengono dai paesi in guerra e che cercano di sfuggire a tale orrore. Tantissime donne, bambini, ragazzi , tutti in cerca della speranza. Alle fine saranno oltre trecento quelli che sono annegati ad un chilometro dalla terraferma. Naturalmente tale tragedia è stata ripresa dalle televisioni di tutto il mondo e, come ogni volta, la politica, con tanta, tantissima ipocrisia, si è gettata a capofitto. Più importanti sono più pronunziano paroloni vuoti ed altisonanti, : “dobbiamo cambiare la legge sull’immigrazione, dobbiamo prestare più attenzione agli immigrati ed accoglierli umanamente, ci impegneremo in parlamento”. Tranne il Papa Francesco che, con una sola parola, “vergogna”, ha riassunto la situazione, per tutti gli altri mi è sembrato di sentire le stesse parole che udivo quando ero Sindaco. Quando i morti di Giampilieri e Scaletta ancora galleggiavano nel fango, tutti, ma proprio tutti, ministri, presidente del Consiglio, deputati, assessori regionali, a dire davanti alle telecamere : “non vi lasceremo soli, saremo accanto a voi”, salvo, una volta spente le telecamere, tornarsene alle loro occupazioni pensando ad altro. Con i morti di Lampedusa finirà anche così: appena le televisioni penseranno ad altro, gli sbarchi continueranno e gli immigrati che si salveranno verranno stipati nei centri di accoglienza dove, di fronte ad una capienza di 300 persone ne vanno 1.300. Un’alta autorità, di cui non conosco il nome ma che sarà certamente un intelligentone, guardate cosa ha pensato (magari dopo avere pianto davanti alle telecamere): le bare sono finite, mettiamo i cadaveri in un camion frigorifero e trasportiamoli con il traghetto ad Agrigento dove si troveranno finalmente le bare. Quindi questi sventurati, da vivi e da morti, vengono trattati come le costardelle quando si pescano: si mettono nei camion frigoriferi e si portano ai mercati. In questo caso, in luogo delle costardelle, nei camion frigoriferi sono stipati gli immigrati morti. Ma che schifo di persone siete se davanti alle telecamere vi commuovete e poi stipate i cadaveri nei camion? Se c’è qualcuno dotato di potere e che ancora conserva un poco di umanità, è a lui che mi rivolgo: portate delle bare, tutte quelle che occorrono, da Agrigento e dalla Sicilia intera, mettete i morti ciascuno in una bara, come gli esseri umani hanno diritto, e poi, se non vi è posto a Lampedusa, portateli con il traghetto nella Sicilia. Nei camion frigoriferi metterei, giusto il tempo per rinfrescarsi le idee, tutti coloro che fanno finta di piangere e se ne strafregano degli immigrati, vivi e morti, ed anche di noi.

Gianni MIASI

I piu' letti

P