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venerdì, Novembre 22, 2024
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S. Teresa, Migliastro indignato. I retroscena delle cariche del Comitato di Bucalo

“Sono pronto a dimettermi qualora si verificassero altri episodi poco trasparenti o ingerenze dall’alto”. Sono le prime affermazione del consigliere di quartiere Migliastro. “Nelle riunioni preparatorie alla elezione del vicepresidente e del segretario che coadiuveranno il Presidente Rosario Pasquale, quelle ufficiali si intende, si era arrivati alla conclusione che la vicepresidenza sarebbe andata ad una donna, gli unici a non essere d’accordo erano Maria Ciccia e Remato Giovanni, il quale ha mostrato di essere molto attaccato alla poltrona, forse non avrà ancora digerito il fatto di non ricoprire quella occupata dall’imparziale e sempre limpido Pasquale”. E’ un torrente in piena Migliastro. “Come tutti sapete il risultato uscito dalle urne, nella riunione di insediamento è stato diverso, la vicepresidenza è andata ad un uomo!” “All’intera platea presente – continua il giovane Migliasto – non è sfuggito che durante i lavori del consiglio di quartiere e comunque prima delle operazioni di voto, alcuni consiglieri sono stati invitati a dirottare i voti sul consigliere Giovani Remato. Indignato volevo abbandonare i lavori, ma poi ha prevalso il buon senso e la voglia che il comitato diventasse ufficialmente operativo”. 

 Lei prima ci ha tenuto a sottolineare che gli accordi sono stati raggiunti in riunioni ufficiali. Perché questa precisazione?

“Le spiego: lo scorso lunedì 22 luglio su sollecitazione del presidente ci siamo riuniti per cercare di trovare un’intesa circa la scelta di vicepresidente e segretario. In quella sede nessuno ha manifestato l’intenzione di candidarsi. Finita la riunione sia io, sia altri membri del comitato siamo stati inspiegabilmente avvicinati o contattati telefonicamente da un nostro collega che a quanto pare aspirava a diventare vicepresidente. Mi permetto di dire inspiegabilmente perché la riunione era finita da qualche minuto e nella sede opportuna quest’individuo non ha manifestato il suo interesse. La mattina successiva sono stato nuovamente contattato telefonicamente e venivo invitato a prender parte ad una riunione “fra amici” in un bar di via Sparagonà che si sarebbe tenuta la sera stessa, l’argomento ovviamente era sempre lo stesso, e cioè la nomina del vicepresidente. Ho confermato la mia presenza perché per due giorni avevo fatto ritorno a Santa Teresa e perché nonostante non fosse stato il signor Pasquale a chiamarmi credevo fosse qualcosa di ufficiale, e cioè un incontro a cui tutti e nove i membri sarebbero stati invitati a partecipare. Ahimè così non era, si trattava di una riunione segreta, o se preferite riservata a pochi; non tutti, infatti, siamo stati invitati a partecipare, quindi ho ritenuto opportuno e corretto nei confronti dei miei colleghi ingiustificatamente esclusi non prender parte all’incontro. Dalla sera successiva si sono susseguiti altri incontri, ufficiali, ma non ho preso parte a nessuno di questi perché fuori sede per motivi lavorativi. La decisione definitiva, frutto dei vari confronti preparatori, è stata quella che accennavo prima e cioè di eleggere alla carica di vicepresidente una donna visto che la presidenza è ricoperta da un uomo. Tutto quello che invece è successo dopo, in sede di elezione, lo sapete tutti”. 

Chi l’ha contattata subito dopo la prima riunione preparatoria, sempre se posso chiederglielo? 

 “Non ho fatto il nome perché credevo fosse evidente; si trattava di Remato Giovanni, che finita la riunione quando non avevamo nemmeno lasciato i locali che ci hanno ospitato mi ha avvicinato chiedendomi se per me era un problema se come criterio per l’elezione si scegliesse quello del maggior numero di voti ottenuti durante le elezioni; replicai dicendo che poteva essere un criterio valido e che per me andava bene. Per me era scontato che lo stesso prima di propormi il tutto avesse ottenuto il placet di chi lo seguiva in graduatoria e cioè la signora Sturiale Alice che quindi avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di segretaria, il che per me era la soluzione ottimale, vista la sua professionalità e preparazione; in realtà nulla di questo era avvenuto, anzi, mi dicono che la stessa Sturiale aveva apertamente manifestato la sua indisponibilità a ricoprire l’incarico. Quindi il Remato sapeva già che la sua non era una proposta proponibile, scusi il bisticcio di parole, né intellettualmente onesta; sono inevitabilmente giunto alla conclusione che allo stesso non interessasse nulla del comitato, né dei rapporti interpersonali all’interno dello stesso, l’unica cosa che gli premeva era quella di ricoprire quella carica, a prescindere dal fatto di trovare o meno una donna pronta a ricoprire il ruolo di segretario. E poi il criterio dallo stesso proposto ho è valido per tutti o non lo è per nessuno. Mi spiego meglio, o si segue l’ordine di arrivo per entrambe le cariche, oppure se utilizza un diverso criterio. L’attuale vicepresidente, al quale vanno i miei migliori auguri, avrebbe fatto meglio ad essere chiaro e onesto sin dall’inizio. Poteva benissimo manifestare il suo interessa a ricoprire la carica, senza nascondersi, né tramare alle spalle. Non c’è nulla di male se una persona ha delle aspirazioni, anzi, chi ha degli obiettivi ben chiari che vuole raggiungere è quasi sempre da ammirare, dico quasi, perché lo si può ammirare se tutto avviene alla luce del sole e senza sotterfugi alcuni”.

Il vostro comitato, quello di Bucalo – Sparagonà è l’unico che alla prima “uscita” ufficiale ha registrato parecchi forfait. Come mai?

“Beh, la risposta è semplice. Sin da subito, quindi prima ancora che fosse scelta la data del nostro insediamento, con annessa elezione, era stato ampiamente manifestato da alcuni componenti, fra cui il sottoscritto, la grande difficoltà ad essere presenti di sabato; anche all’amministrazione comunale era ben nota questa situazione. Nonostante ciò il “nostro turno” è toccato proprio di sabato. Quindi le assenze in larga parte si possano giustificare così; io stesso ero fuori sede e ho fatto duecento chilometri fra andata e ritorno per rispettare l’impegno preso con i miei elettori, anche perché si correva il rischio di paralizzare i lavori per assenza del numero legale”.

Ieri sera non ha preso parte al consiglio comunale. Perchè? 

“Seguo i lavori del consiglio comunale del mio paese dall’età di quindici anni, era il lontano 2003, ne ho persi pochissimi, meno di dieci compreso quello di ieri sera che vedeva all’ordine del giorno argomenti di primaria importanza, ma purtroppo in questo periodo lavoro fuori sede, quindi faccio ritorno a Santa Teresa raramente. Certo non ha senso parlare di notte bianca della democrazia se poi alla prima occasione si interferisce anche quando non necessario”.

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