Taormina. “Sud e Regia”, così sì intitolava la Tao Class che ha visto ieri pomeriggio impegnati nei saloni dell’Hotel Diodoro i registi Giuseppe Tornatore e in collegamento via Skype Francesco Rosi. I due registi meridionali, uno siciliano, l’altro campano, molto amici tra loro, hanno dissertato su cinema, location e modi diversi di fare cinema nel panorama internazionale, convenendo sulla Sicilia come set naturale per il cinema perché essa stessa è un cinema. Numerose le video-clip trasmesse nell’occasioni riguardanti i maggiori capolavori di ciascuno, dal premio Oscar “Nuovo Cinema Paradiso” a “La Leggenda del Pianista sull’Oceano”, “Baaria”, “L’Uomo delle Stelle” fino a “Salvatore Giuliano”, “I Tre Fratelli”, “Il Caso Mattei”, “La Sfida” o “Le Mani sulla Città” (Leone d’Oro a Venezia). Sottolineata per lo più la straordinaria capacità di Rosi nel parlare nel suo celebre film del bandito di Montelepre, senza che lo stesso appaia mai nel film e come per la lavorazione dello stesso intervennero come comparse gli stessi presenti scampati all’attentato. Tornatore poi, ha svelato alcuni retroscena che l’hanno portato a confezionare un capolavoro come “La Migliore Offerta”: la volontà di portare sullo schermo la figura del battitore d’aste, sfiorata dal cinema ma mai approfondita e come sia riuscito a fondere in un’unica storia due precedenti progetti accantonati, quello su una donna agorafobica e quello appunto su un battitore d’aste. Rispondendo alle domande del pubblico, ha ammonito coloro che troppo facilmente ritengono di potersi cimentare nel mondo della settima arte, di cercare di capire se trattasi di vero amore (ed allora andare avanti senza conoscere ostacoli) o solo infatuazione, allora è meglio riversare altrove le proprie energie.