CASALVECCHIO – La prima uscita ufficiale, giacca, cravatta e fascia tricolore, ieri l’ha voluta riservare per la festa di Sant’Onofrio, il patrono dei casalvetini. Marco Antonio Saetti, 60 anni, alla sua prima esperienza come sindaco del suo paese, sa che il percorso che ha davanti è irto di difficoltà: Casalvecchio è sull’orlo del dissesto, l’economia e a pezzi, il paese è lacerato da troppi anni di odio e rancori. Ed il chiodo fisso del sindaco Saetti è proprio questo, prima ancora di cominciare a mettere mano alle cose da fare: ricreare il clima di serenità che manca da troppo tempo. “Il nostro è un paese piccolo – ci dice – non è possibile sperare energie per una guerra intestina che divide le famiglie ancora più delle ideologie. Dobbiamo sforzarsi di riprendere il dialogo e, tutti assieme, rimboccarsi le maniche perché non abbiamo alternative”. Non sono frasi di circostanza, lui al clima di serenità ci crede davvero. Niente “larghe intese”, ovviamente, a ciascuno il ruolo che gli elettori gli hanno dato, ma sentirsi tutti parte di un progetto di rilancio e di ricostruzione che non può prescindere dalla consapevolezza della situazione che si ha davanti. “Cominceremo dalle piccole cose: daremo più servizi alla cittadinanza, utilizzeremo meglio le professionalità che abbiamo in Municipio, avremo una interfaccia con i cittadini più snella, miglioreremo la qualità della pulizia del paese, ci adopereremo anche grazie alle nuove tecnologie, affinchè arrivi a tutti il messaggio della nostra disponibilità e della nostra ospitalità”. Vuole fare di Casalvecchio un paese – albergo dove offrire vacanze a basso costo a contatto con la natura ed il cibo genuino. “Censiremo la disponibilità di case, aiuteremo chi vuole investire ristrutturando, o chi si vuole scommettere per Casalvecchio, perché l’unica via di sviluppo che abbiamo è il turismo. La nostra cultura, le nostre tradizioni, il paesaggio, i monumenti sono una risorsa che possiamo sfruttare per rilanciare l’economia partendo praticamente da zero”. Un sindaco di sinistra dopo venti anni di centrodestra: l’ultimo fu nel 1994 il comunista Tino Galeppi. Il neo sindaco parla del museo parrocchiale ricco di opere d’arte e conosciuto da pochi perché sempre chiuso, della Chiesa di S.Onofrio della Abbazia di S.Pietro “Non partiamo da proprio da zero, ma non possiamo aspettare che tutto arrivi dal cielo”. E parla di riannodare i rapporti con i comuni vicini, di gestire in consorzio servizi importanti come il metano, l’acqua, i rifiuti. “Faremo la raccolta differenziata, risparmieremo così sul conferimento dell’umido in discarica, e di carta, vetro, plastica ne faremo una risorsa per alleggerire la bolletta ambientale”. Della situazione finanziaria del Comune il sindaco Saetti non ha ancora preso contezza. “Nei prossimi gironi faremo un vertice con i funzionari per capire lo stato delle cose. Abbiamo un prestito di 300 mila euro per far fronte a debiti pregressi, dicono che ne vogliano altrettanti per metterci in pari, ma l’aria che tira non è rassicurante perché il debito potrebbe essere più profondo”. Anche la viabilità per le frazioni è un argomento da affrontare subito “non ci saranno territori di serie A e di serie B nel nostro comune”. Bene, ora il tempo dei festeggiamenti sta per finire. Occorre cominciare a rimettere in moto la macchina che porterà al risorgimento casalvetino.
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