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mercoledì, Ottobre 23, 2024
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S.Teresa, l’ex pretura cade a pezzi, degrado ed incuria imperano

SANTA TERESA DI RIVA – Degrado irreversibile per l’edificio che sul lungomare ospita l’ufficio del giudice di pace e la caserma dei vigili urbani? L’ex pretura è un edificio che mette in pericolo anche l’incolumità di chi lo frequenta, visto che una porzione dell’ingresso è stata transennata e dichiarata off limits con dissuasori metallici e di plastica. E qualora dovesse ospitare la sede comprensoriale con l’accorpamento con quella di Alì Terme, non è certo questa sciatteria e abbandono che lo renderebbero all’altezza del compito richiesto. L’edificio è in bella posizione urbanistica, a due passi dal mare ed in una zona particolarmente spaziosa, per cui il comune, che è proprietario del fabbricato anche se è stato dato in locazione al Ministero della Giustizia, qualora non dovesse andare in porto l’istanza per il mantenimento a Santa Teresa di Riva del giudice di pace, avanzata lo scorso 29 aprile, sta accarezzando l’idea di procedere con il cambiamento di destinazione d’uso (è vincolato per uffici giudiziari) e alienare il bene per fare cassa, visto che anche la caserma dei vigili urbani, che è ospitata nella parte posteriore dello stesso edificio, sta per traslocare altrove, al primo piano del Municipio. Diventerebbe una miniera d’oro tenuto conto dei prezzi delle aree fabbricabili sul lungomare. Se, invece, dovesse restarci l’ufficio del giudice di pace, ristretto o allargato, si vedrà, e nonostante il disimpegno dei comuni del mandamento che non hanno aderito alla convenzione per la ripartizione delle spese, l’edificio, costruito nel 1981 durante l’amministrazione guidata dall’avv. Carmelo Jaria, ha necessità di una urgente manutenzione al prospetto ed alle parti maggiormente degradate. E’ vero, in una città dove le erbacce sono elevate a marchio di fabbrica, la sistemazione dell’ex pretura non è tra le priorità, difatti nel Piano triennale delle opere pubbliche non c’è uno straccio di progetto di ristrutturazione, ma un edificio pubblico come questo non può essere trattato come l’ultima delle baracche abusive. L’amministrazione comunale, in verità, pensa di accendere un mutuo da 400 mila euro per ristrutturare l’intero edificio. L’annuncio dato dal sindaco Cateno De Luca in consiglio comunale in occasione della presentazione della convenzione con Alì Terme per l’accorpamento degli uffici del giudice di pace, ha “spaventato” i sindaci dei dieci comuni del mandamento, che avrebbero dovuto farsi carico di quote proporzionali al numero degli abitanti, per cui c’è stato il disco rosso. Quindi, prima che la salsedine e l’incuria facciano il loro lavoro, occorre intervenire per salvare il salvabile.

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