NIZZA DI SICILIA – Giungevano nella riviera jonica su lettighe o a dorso di mulo, guadando torrenti e scalando i Capi. Si portavano dietro qualcuno che immortalava i luoghi e soprattutto si portavano dentro i luoghi stessi, conservandoli nella memoria e nel cuore, perché “solo in Sicilia si trova la chiave di tutto”, per dirla con le parole di uno di loro. Loro: i viaggiatori stranieri del XVIII e XIX secolo sono stati l’oggetto di un interessante incontro che si è tenuto sabato scorso alla Galleria Cagli di Nizza di Sicilia, nell’ambito del ciclo “Incontri culturali nizzardi”, coordinato dall’associazione “Nizza per tutti”, in collaborazione con Archeoclub di Santa Teresa di Riva ed Osservatorio beni culturali dell’Unione dei Comuni valli joniche dei Peloritani di Santa Teresa di Riva, e col patrocinio del comune di Nizza. L’incontro, moderato dallo storico Carlo Gregorio (ideatore dell’iniziativa), è stato introdotto da Mimma Brigandì, presidente dell’associazione “Nizza per tutti” e dai saluti del presidente di Archeoclub Mimmo Costa, e dell’Osservatorio Filippo Brianni. Con la prima relazione, la dott.ssa Paola Abbadessa (dottoranda di Antropologia all’università di Messina) ha tracciato un quadro abbastanza completo di ciò che i viaggiatori stranieri del passato hanno evidenziato della riviera jonica. Il lavoro della Abbadessa è una tesi di laurea discussa all’Università di Messina ed inserita da Archeoclub e dall’Osservatorio nel ciclo “Laureando il territorio”. Il giornalista-scrittore Carmelo Duro, presidente dell’Università delle Tre Età della Val d’Agrò, si è soffermato sulle descrizioni date dai viaggiatori al valico di Capo S. Alessio ed a come questo scorcio di roccia sia riuscito a costituire un elemento importante per la storia del comprensorio. Simone Paratore, docente alla Facoltà di Economia dell’Università peloritana, ha presentato dei parallelismi tra turismo, viaggio e sviluppo economico nel territorio jonico. Particolarissimo l’intervento del prof. Mario Bolognari, docente di Antropologia culturale a Messina. Bolognari ha evidenziato come i resoconti dei viaggiatori abbiamo influito sugli stereotipi europei della Sicilia, sottolineando anche come spesso la Sicilia, ma soprattutto la società siciliana dell’epoca, sia stata trattata male da questi resoconti, che ponevano in risalto, in modo quasi impercettibile, la perfezione del mondo greco che i monumenti esistenti in Sicilia incarnavano rispetto al modo di vivere e di essere dei siciliani, ritenuto quasi offensivo rispetto alla perfezione di quei monumenti. A margine dell’incontro è intervenuto anche Carmelo Smiroldo, ex dipendente del museo di Naxos e consulente gratuito del presidente dell’Unione dei comuni jonici, il quale ha proposto la realizzazione di un “percorso goethiano” da Taormina a Messina, evidenziando sui luoghi interessati, con cartellonistica e segnaletica, le descrizioni fatte da Goethe durante il suo viaggio e coinvolgendo in un momento di confronto culturale anche le comunità di provenienza dello scrittore tedesco. Quello sui viaggiatori stranieri è il secondo incontro organizzato dal “tandem” Carlo Gregorio-Mimma Brigandì. Il primo evento, il sette dicembre scorso, si era occupato di descrivere il culto dei Santi e le tradizioni religiose nel Messinese. Il ciclo di conferenze terminerà il 29 dicembre con “Messina e i centri della riviera jonica nel medioevo”.