“Amaro ma non troppo – L’insolita storia di Anna Pellegrino, in arte Dolcelatte””, scritto, diretto e interpretato da Patrizia Baluci, in scena nella Sala Laudamo il 9 e il 10 novembre (ore 21) è il secondo dei due spettacoli per il cartellone di prosa “Messina: Teatro al femminile”. Scene: Riccardo De Leo, costumi: Francesca Placuzzi, consulenza musicale: Federico Fischetti, aiuto regia: Carmelo Rizzo, collaborazione artistica: Cristina Ipsaro Passione. “Amaro ma non troppo” è la storia di Anna Pellegrino che, dopo la dissoluzione del mondo in cui viveva, la perdita della casa di periferia e della famiglia e quindi anche del ruolo che aveva all’interno di queste, diviene un’insolita prostituta; non come scelta di ripiego o costretta dal bisogno, ma in seguito all’incontro fortuito con un altrettanto insolito personaggio, Amedeo. La singolarità della nuova vita è il legame simbolico, ma anche surreale e grottesco tra l’intrattenimento sessuale e l’altro, preliminare, di offerta di una estrosa cena. Quest’ultima è anzi il momento centrale degli incontri, quasi un rituale in cui il tempo e lo spazio dedicati sono alterati; una camera da letto e un salotto minuscoli, contrapposti a una immensa cucina e a una dispensa abnorme. L’altro elemento che caratterizza la nuova esistenza e la gratificazione che Anna Pellegrino ne ricava, sia da parte dei clienti sia da Amedeo, è paradossalmente la gratificazione del raggiungimento, attraverso la strana e assurda convivenza, di un elevato status sociale. Passa così il tempo, lei va avanti negli anni, quando improvvisamente si svela un tristissimo, surreale retroscena esistenziale sinora tenuto celato. Tutto il mondo che Anna s’era costruito fino a quel momento crolla e inizia il disfacimento psico-fisico di lei a cui si affianca la demolizione della dispensa, l’abbandono della cucina. Un nostalgico e riluttante tentativo di ritornare alla vecchia vita molto tempo dopo resuscitando la grande cucina e i vecchi clienti, per far rivivere la casa di una volta, fallisce. Per Anna Pellegrino non c’era scampo quando l’alluvione le distruggeva la casa e la famiglia, non c’era alternativa quando iniziava a prostituirsi, non c’è altro alla fine, nel delirio della sua solitudine, che un’estrema ribellione per giungere al riscatto.