Attorno alle note vicende di Eluana Englaro del Febbraio 2009, il regista Marco Bellocchio, fa snodare tre diverse storie, ciascuna caratterizzata da un risveglio: il risveglio di un politico (Toni Servillo) che prende coscienza della disumanità della politica, quello di un figlio capace di reagire e al contempo dare una scossa a sua madre (Isabelle Huppert) totalmente assorbita nell’amore da corrispondere all’altra figlia malata e quello di una tossicodipendente (Maya Sansa) che finalmente capisce che è meglio invertire la rotta e assaporare le gioie della vita. Un film con al centro l’amore, in tutte le sue sfaccettature, e la vita, con una critica evidente all’invadenza dei mass media nelle nostre vite come accadde appunto nei giorni che precedettero la dipartita della Englaro, quando giornali e televisioni misero a punto un vero e proprio accanimento mediatico scatenando due fronti opposti: chi favorevole al padre di Eluana che voleva staccare la “spina” dopo 17 anni di stato vegetativo della figlia e chi voleva impedire ciò anche ricorrendo a un decreto legge d’urgenza. Presentato in concorso all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (Premio Mastroianni al giovane messinese Fabrizio Falco, quale miglior attore emergente), presenta nel cast oltre ai già citati Toni Servillo, Maya Sansa e Isabelle Huppert anche Alba Rohrwacher, Roberto Herlitzka, Gianmarco Tognazzi e Michele Riondino.