“E’ stata fissata per il 14 giugno l’udienza preliminare per l’on. Cateno De Luca in cui il giudice dovrà stabilire se archiviare oppure rinviare a giudizio”.
Per averlo scritto l’on. Cateno De Luca, un tantino contrariato per non dire incazzato, mi ha dedicato gran parte del comizio in piazza Madonna del Carmelo che non ho avuto il piacere di ascoltare ma che mi riservo di vedere su Tele 90, quando sarà trasmesso, per dare le risposte dovute. Per adesso dico all’on. De Luca che la notizia non era stata data, né diffusa, né resa nota da alcuno.
Difatti Gazzetta del Sud l’11 aprile (e non l’8 come lei mi ha suggerito) con richiamo in prima pagina (la finestra in prima si chiama “richiamo”, non occhiello, onorevole caro, ma questo lei non è tenuto a saperlo) nel pezzo pubblicato a pagina 24 con occhiello e titolo “ MESSINA Il “sacco” di Fiumedinisi – La Procura chiede il rinvio a giudizio dell’on. De Luca e di altri 17” non fa cenno alla udienza preliminare fissata per il 14 giugno. Perché quando è uscito il pezzo, gli avvisi, anche alle presunte parti offese, non erano stati ancora consegnati. Quindi semmai mi può contestare il ritardo di qualche giorno, ma non certo di avere confezionato il pezzo per alimentare la macchina del fango che – dice lei – è stata messa in moto per screditare il suo progetto.
Non ho suggeritori (né occulti, né palesi) e quando sbaglio lo faccio di testa mia. Ma in questo caso non mi pare di avere sbagliato.
Lei, onorevole, mi ha chiesto di rettificare due “presunte” inesattezze.
La prima riguarda il suo “ritorno” all’Assemblea Regionale Siciliana. Il 10 gennaio il quotidiano on line “Live Sicilia”, che a Lei piace tanto e che io ho ripreso, scriveva: “Cateno De Luca torna all’Ars “da uomo libero, così come vi ero entrato” e rispolvera la grinta ben nota prima dell’arresto del 28 giugno. Parla di complotto “anche se questa parola non mi è mai piaciuta”, allude a pupi e pupari coinvolti in una vicenda “che è solo una farsa” inscenata da vari soggetti: dagli “utili idioti del Messinese a qualche potente palermitano”. Non risparmia frecciate alla magistratura e sfodera anche un’ironia amara sui suoi 18 chili persi in questi sette mesi di vicenda giudiziaria: “Se qualcuno vuole dimagrire, gli consiglio un arresto”. Quindi, durante la conferenza stampa, sbuccia una delle “arance di Lentini che mi hanno fatto compagnia in questi mesi”. Non le ho attribuito né sette mesi di sospensione né un giorno.
La seconda riguarda il passaggio “la cassazione … ha sollecitando la magistratura messinese ad accelerare l’iter processuale”. Ovvio che la Cassazione non può. Era solo un modo per dire che di chiacchiere se ne erano fatte sin troppe, ed era ora di andare al sodo (cioè al processo per i fatti per cui è indagato, se mai si farà).
Ora aspetto si sentire il comizio. Ma queste prime risposte gliele dovevo subito, a caldo, perché dopo il comizio di giovedì sera, Lei, come atto di cortesia, mi ha chiamato per chiarirmi i concetti ed aspettarsi le mie scuse. La notizia principale (il 14 giugno dal gup) era tale perché nessuno, ripeto nessuno, l’aveva pubblicata prima e men che meno lei l’aveva divulgata, come posta qualche sapientone. Se nel riassunto della sua vicenda c’è qualche inesattezza la prenda con filosofia, il discorso (la notizia) non cambia.
Io non ho l’abitudine di pugnalare gli amici (lo siamo ancora, vero?), anche se da alcuni presunti tali (non mi riferisco a Lei) sono stato sempre pugnalato, ed alle spalle, per giunta. Mi creda, non alimento alcuna macchina del fango. Faccio solo il giornalista (di paese), e quando fiuto una notizia, la pubblico. Senza guardare in faccia a nessuno. Lei compreso.
Aspetto, invece, la terza fase. Quella del De Luca – deputato che vola alto, che illustra il suo progetto-sogno, il suo programma, la sua visione della politica. Lo può fare, lo sa fare, lo deve fare. Non mi deluda.
