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sabato, Ottobre 26, 2024
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Pagliara, Prestipino apre la campagna elettorale attaccando di brutto l’amministrazione uscente.

Pagliara – “Il comune di Pagliara in questi ultimi cinque anni è stato gestito come se fosse una bottega”. Lo ha dichiarato il candidato sindaco Domenico Prestipino, aprendo la campagna elettorale nella piazza centrale di Pagliara. L’oratore, inghirlando alle spalle dai suoi candidati, è stato confortato da poca gente, segno che ai cittadini del posto i comizi (o una parte dei comizi?) sono poco graditi. Prestipino per oltre un’ora ha attaccato l’amministrazione uscente, capeggiata dal sindaco Santino Di Bella, inchiodandolo a delle precise responsabilità. Una “amministrazione paralizzata” che poco ha fatto per il campo di calcio, per i più bisognosi, per la scuola, per i giovani; che poco ha fatto per la zona commerciale, per il mercato coperto (“ho lasciato, egli ha detto, 480 mila euro che fine hanno fatto?”). Ha accusato anche l’amministrazione attiva di aver dilapidato migliaia e miglia di euro (con i consorzi) ma di non essere stata capace “di trovare 10 mila euro per pagare i tecnici del Piano regolatore generale” cioè dello strumento urbanistico idoneo per lo sviluppo del paese. Un’amministrazione che non trova i soldi per soddisfare questi servizi, mentre si attiva in “allegre mangiate”. Domenico Prestipino (per gli amici Mimmo) poi ha attaccato di brutto l’amministrazione Di Bella, che “non è riuscita ad approvare nessun progetto, per cui il futuro in questo comune non sarà certamente roseo”. I suoi strali non hanno risparmiato neanche l’attuale presidente del consiglio (e candidato sindaco) Sebastiano Gugliotta. E lo fa quando dichiara che è incorso al comune un pignoramento di 500 mila euro. “Per quale motivo, si interroga Prestipino, non è stata fatta opposizione a questa sentenza?”. Si tratterebbe di un esproprio che da 100 mila euro non pagati è galoppato fino a 500 mila euro. E poi l’interrogativo: “E come mai il presidente del consiglio, che è un avvocato, non ha letto bene le carte?”. Ed allora cosa bisogna fare? “In questo comune ci vuole una svolta, ha concluso col dire Prestipino, perché sono stati persi cinque anni di attività, cinque anni senza far niente. Io sono amareggiato di questa situazione. Ci spieghino cosa hanno fatto questi signori. Anche l’orologio da cinque anni è fermo”. Poi ha fatto una pausa ed ha esclamato: “Noi siamo pronti ad un confronto, un confronto, con il sindaco e il presidente del consiglio e con il pubblico che fa le domande e chiede cosa ha fatto la giunta Di Bella in questi cinque anni di amministrazione”. E poi ha chiuso, facendo un appello ai giovani, ai gruppi spontanei giovanili delusi, alle donne, alla terza lista, chiedendo loro un incontro, un confronto, una collaborazione, per mettere alle corde l’amministrazione uscente e per “dare una nuova svolta al paese”.

Ma, secondo noi, per dare una nuova svolta al paese, per dirla come l’on. Cateno De Luca, bisognerebbe mandare a casa la vecchia casta; cioè, i politici di vecchio stampo dovrebbero fare un passo indietro e lasciare ai giovani (e ce ne sono tanti a Pagliara e Rocchenere) la possibilità di governare il paese. Solo così potrà esserci la vera svolta a Pagliara, un comune legato ancora a vecchie tradizioni clientelari, ad ataviche lotte tra casati, a vecchi rancori di famiglia. All’odio. La svolta, se si lavora sin da adesso, potrà esserci tra cinque anni, a Dio piacendo.

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