La Corte d’assise di Appello di Messina ha condannato a sedici anni e sei mesi di reclusione il settantottenne Giovanni Finocchio, responsabile dell’omicidio dello zio ottantunenne Francesco Finocchio, finito con 12 colpi d’ascia il 16 ottobre del 2008 a San Pietro, una piccola frazione del comune di Casalvecchio siculo, nei pressi di un’abbazia arabo-normanna. In primo grado era stato condannato a 21 anni e 6 mesi e i giudici avevano riconosciuto la semi infermità all’uomo, reo confesso. Giovanni Finocchio confessò di aver colpito lo zio con la sua ascia al culmine di una lite. Tra i due c’erano vecchie ruggini per questioni legate ai confini dei loro poderi. Sette anni prima, il 15 luglio del 2001, Giovanni Finocchio aveva già imbracciato l’ascia, agitandola contro lo zio e colpendolo di striscio. Lo zio scampò all’agguato perché in suo soccorso intervennero i familiari che erano nelle vicinanze e che accorsero alle grida dell’uomo. Il 23 ottobre del 1960 Giovanni Finocchio, allora ventinovenne, uccise a colpi di fucile in un vicolo della frazione Scifì di Forza D’Agrò (praticamente a qualche centinaio di metri, in linea d’aria, dall’abbazia di S.Pietro) la casalinga cinquantatreenne Giuseppa Palella che riteneva avergli fatto la “mavaria”. Per quel delitto aveva scontato 15 anni di carcere.