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lunedì, Novembre 25, 2024
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Un film documentario sulle alluvioni nel messinese

Venezia. E’ stato presentato alla 68° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, nella sezione Controcampo Italiano, il film documentario di Marco Dentici “Caldo Grigio, Caldo Nero”, che ripercorre le tristi giornate del 25 Ottobre 2007 e del 1 Ottobre 2009 – e tutto ciò che ne è conseguito – date ben note alla popolazione di Alì Terme, Scaletta Zanclea e della zona sud di Messina, per le alluvioni che seminarono 31 vittime e 6 dispersi. Il film nasce col proposito di ridare dignità alle comunità ferite, alle persone balzate con la loro morte all’effimera notorietà, così come i loro semisconosciuti paesi. Per il diritto delle nuove generazioni ad avere un futuro normale. Girato nell’arco di un anno e mezzo, il film si avvale di riprese effettuate con telecamere professionali, con telefoni cellulari e videocamere amatoriali. Uno stile asciutto per vicende che vanno ben oltre la cronaca, fatte di segmenti di storie tracciate dagli occhi di un disperso senza nome. O dagli occhi di chi riavvolge il nastro della propria esistenza. E parlarne con la voce dei ricordi per non dimenticare. Il regista, Marco Dentici, nativo di Galati Marina, noto negli ambienti cinematografici per le sue sceneggiature di successo (ha lavorato per Bellocchio, Amelio, Maselli e tanti altri), è stato collaborato dall’amichevole partecipazione di Ninni Bruschetta, Maria Grazia Cucinotta e Nino Frassica coi loro appelli e le loro testimonianze, nel tentativo di tenere alta l’attenzione su un problema ben noto, intriso di sciagure annunciate e che hanno avuto come unico risultato, a parte qualche intervento di messa in sicurezza della collina “assassina”, il blocco da parte del governo Berlusconi dei Fondi FAS per la Sicilia (circa trecento milioni), parte dei quali erano destinati alla ricostruzione; tutto ciò, quasi in contemporanea a quando nel Marzo 2011, un violento nubifragio colpì nuovamente le stesse aree degli anni precedenti e nuovi comuni più vicini a Messina. Altri danni, stessi volti segnati dalla paura, ma per fortuna stavolta niente vittime.

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