Da domani, giovedì 16, i lavoratori dell’Ato4 non garantiranno i servizi di raccolta e smaltimento e di spazzamento. Senza stipendio da un mese e senza alcuna prospettiva di pagamento stante le casse vuote della società d’ambito hanno deciso durante una assemblea tenuta presso il centro operativo di Furci alla presenza del segretario provinciale della Fp Cgil, Carmelo Pino, dopo avere proclamato venerdì scorso lo stato di agitazione, di attuare una azione di protesta eclatante che è il preludio allo sciopero generale dei 160 dipendente dell’Ato 4 (32 comuni della costa jonica e della valle dell’Alcantara). Nei prossimi giorni sono previste altre assemblee presso i centri di Motta Camastra e Giardini Naxos. Ieri mattina c’era stato un contatto con il direttore generale dell’Ato, Arturo Vallone, il quale ha allargato le braccia informando il rappresentante sindacale che rispetto all’incontro presso i locali dell’Ato del 10 giugno non c’erano novità. Il 10 giugno Vallone aveva comunicato che non era in grado di comunicare una data certa per il pagamento dello stipendio del mese di maggio perché le casse della società sono vuote a causa dei mancati trasferimenti da parte di molti comuni soci. Vallone ieri era a Palermo presso il seoggetto attuatore dell’emergenza rifiuti, Michelon, al quale ha illustrato la situazione e, soprattutto, le conseguenze che si potrebbero creare per l’igiene pubblica, chiedendo praticamente un intervento presso le banche per una anticipazione di cassa. Ma soprattutto per i molti decreti ingiuntivi a carico dei comuni che il tribunale ha respinto. Stante così le cose i 160 lavoratori hanno deciso di aspettare fino a stasera, poi da domani “non garantiranno i servizi”: questa è la formula scelta per dire che ancora non c’è la proclamazione dello sciopero, ma che i mezzi non usciranno dall’autoparco, per essendo i lavoratori a disposizione della società. I lavoratori, naturalmente, hanno ragione da vendere, tuttavia questa è una situazione che si ripete un mese si, e l’altro pure. I comuni che già hanno aumentato in quattro anni, la Tarsu per fare fronte ai costi sempre crescenti della gestione Ato, sono senza ossigeno, contestano la mancata erogazione di servizi che invece vengono fatturati, ma, soprattutto, minacciano di gestire per conto proprio, affidandosi a cooperative locali, il sistema di spazzamento e pulizia, lasciando all’Ato solo la raccolta e lo smaltimento in discarica. I sindaci sostengono che questa soluzione consentirebbe loro un notevole risparmio. Sia come sia, però ai lavoratori che il lavoro lo fanno ogni giorno, lo stipendio bisogna pagarlo. Il resto è solo accademia.