La Guardia di Finanza ha sequestrato 17 milioni di euro alla BNL per avere stipulato con i comuni di Messina, Taormina e Giardini Naxos tra il 2002 ed il 2007 contratti sulla finanza derivat con clausole occulte che moltiplicavano le commissioni in favore della banca. Indagati per truffa aggravata, oltre alla stessa Bnl come soggetto giuridico, anche due dirigenti dell’istituto di credito, il responsabile della Direzione generale di Roma del settore Pubblica amministrazione, Giuseppe Pignataro, 53 anni, e il dirigente della Divisione Corporate, Roberto Antolini, 48 anni, nonche’ sei funzionari della filiale di Messina: Vincenzo Di Benedetto, 52 anni, di Malvagna; Fabio Cacia, 41 anni, di Catania; Angelo Squadrito, 53 anni, di Messina; Fabio Gallo, 43 anni, di Pescara; Carmelo Spina, 61 anni, di Sant’Alfio ed Edoardo Catalano, 51 anni, di Napoli. Il provvedimento è stato firmato dal Gip Maria Vermiglio, su richiesta del procuratore Guido Lo Forte e del sostituto Vito Di Giorgio, nell’ambito dell’operazione denominata “Over the counter” cominciata nel 2009. Per gli inquirenti la Banca avrebbe inserito nei contratti le “commissioni implicite”, oneri cioè non rilevabili che, per effetto di clausole caratterizzate da complessi calcoli di matematica finanziaria definiscono, su base probabilistica, le previsioni sulle variazioni dei tassi ufficiali di interesse. Secondo gli inquirenti gli enti pubblici hanno firmato i contratti convinti di ottenere benefici economici per le loro finanze mentre invece, operazioni, che dovevano essere di copertura rischio, sono risultate vere e proprie speculazioni estranee alle finalità dell’ente. A convincere il Comune di Messina a investire in questo tipo di operazione era stato l’allora assessore alle risorse finanziarie, Mario Centorrino, quando ricopriva l’incarico nella Giunta Genovese. La banca avrebbe guardagnato 14 milioni di euro e causato ai comuni di Messina, Taormina e Giardini Naxos perdite per 20 milioni di euro.