Questo Lunedi di Pasqua non è stato bello. Sia per il tempo cattivo (pioggia, freddo, vento ed anche grandine a Pagliara) sia per la ristrettezza economica che alberga in tante famiglie, sia, ancora, per la negligenza di alcuni enti (Regione, Provincia, Genio civile, Protezione civile, Anas) che non si sarebbero attivati nella giusta direzione per riaprire la Statale 114 chiusa all’altezza di Capo S.Alessio. Ricordiamo che quando i massi sono venuti giù dal costone roccioso di Capo Alì, ostruendo la carreggiata stradale, gli operai hanno lavorato giorno e notte, festivo e non, per riaprire in tempi brevi la strada. A S.Alessio, il sindaco Gianni Foti, da solo contro tutti, non è riuscito a scardinare la resistenza dei tecnici dell’Anas, pur garantendo il transito a senso alternato su metà carreggiata e per di più con l’ausilio dei vigili urbani. Non c’è stato verso. E così tantissimi automobilisti che dovevano recarsi a Forza d’Agrò, Letojanni, Taormina e zone collinari, non se la sono sentita di far uso dell’autostrada (pagando un pedaggio non dovuto) per cui hanno preferito restare a casa. Tanta gente che doveva andare negli alberghi a ridosso del Capo (Baia Taormina, Capo dei Greci, ecc.) ha dovuto lasciare la macchina al secondo tornante e spostarsi a piedi. Già da una settimana così e ancora non si muove foglia. Per buttare un muro atterra o per arginarlo a dovere chissà quanto tempo ci vorrà. E poi, chiudere per tanto tempo la Statale 114 Messina Catania sembra, per tantissimi automobilisti, un paradosso, un lassismo senza precedenti. I titolari dei ristoranti di Forza d’Agrò sono sul piede di guerra, i pendolari pure. I pullman devono fare il giro dall’autostrada, ed anche i mezzi per gli studenti e gli insegnati. Disagi a non finire e nessuno interviene. Quanto passerà prima di prendere una decisione? Quanto ci vorrà per l’inizio dei lavori? A quest’ora ruspe e bulldozer dovevano andare avanti e indietro per risolvere il problema ed invece non si sa ancora da dove iniziare. Il Sud, la Sicilia, la provincia di Messina… sempre più emarginati. Ed i cittadini della zona sono infuriati, arrabbiati e inviperiti.
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