SANTA TERESA DI RIVA – E’ diventato un caso politico, piuttosto che amministrativo, il diniego della concessione edilizia ad un privato, per quell’area che il comune ritiene vincolata per servizi, mentre Tar e Cga sono stati di parere opposto. Intanto non l’ha presa bene l’assessore Gianandrea Agnoni chiamato in causa dal legale del ricorrente, l’avv. Michele Alì di Catania, che nell’atto di costituzione in giudizio ha sostenuto che la delibera di nomina del legale di fiducia del comune sarebbe invalidata per la partecipazione dell’assessore Agnoni che “avrebbe dovuto astenersi” in quanto parte interessata. Agnoni non ci sta a passare da sprovveduto. “In questa storia non ho alcun interesse – ci spiega – soprattutto perché la casa dei miei genitori non confina col terreno del ricorrente, ma c’è, tra i due immobili, una proprietà di terzi. Quindi non mi spiego perché è stata ritirata la prima delibera. Per salvaguardare il centesimo incarico legale, mettendomi in cattiva luce?. L’arrabbiatura dell’assessore Agnoni (che tra qualche giorno si sposa) fa rumore, ed il sindaco Alberto Morabito cerca di chiarire. “Innanzi tutto precisiamo che il Cga ha dato solo la sospensiva, senza ancora entrare nel merito. Noi riteniamo che l’area sia stata già vincolata e che il certificato di destinazione urbanistica rilasciato dall’ufficio tecnico, all’insaputa dell’amministrazione, non ha alcun valore, tanto che la commissione edilizia ha dato parere sfavorevole al progetto. La seconda delibera di incarico è stata adottata in autotutela, per prevenire l’invalidazione del nostro appello nel rilievo mosso dalla controparte”. —- Però la proprietà di Agnoni non confina con quella del ricorrente, quindi non c’era conflitto di interessi per cui la sua partecipazione alla riunione di giunta del 12 ottobre era legittima. L’avere riunito la giunta una seconda volta il 12 dicembre, tenendo fuori Agnoni, ha avvalorato la tesi dell’avv. Alì. O no? “Agnoni avrebbe dovuto astenersi perché l’area confinante è di proprietà dei genitori”. — Ma non è così! “Abbiamo evitato grane”. Già, tutti, a cominciare dal professionista incaricato, hanno pensato di guardarsi le spalle, senza preoccuparsi che stavano facendo fare la figura dello sprovveduto all’assessore Agnoni. Un caso sul quale riflettere, tenuto conto che al comune potrebbe costare migliaia di euro tra parcelle e risarcimenti.