Alla sua prima esperienza in panchina mister Giovanni Ruggeri ha subito impressionato tutti per determinazione ed umiltà. La sua Robur era partita male nelle prime giornate, navigando nei bassifondi della seconda categoria. In molti la davano per spacciata, ma l’allenatore originario di Furci è riuscito a dare una quadratura ad un gruppo composto da calciatori che non avevano mai giocato insieme, perdendo in maniera ingiusta la finale play – off ai rigori in casa dell’Antillese. Da calciatore ha militato oltre che nella Robur, anche nel Nizza e soprattutto nell’Interclub di Santa Teresa di Riva. Da difensore in una sola stagione nel campionato di promozione è riuscito nell’impresa di realizzare dieci reti. Frutto soprattutto della sua abilità nei calci piazzati, la specialità della casa. Adesso dopo la sua prima esperienza al timone della Robur, si appresta sempre con i bianconeri di Letojanni a disputare un campionato da protagonista in seconda categoria, come si evince dall’intervista che gli abbiamo fatto.
– Mister Ruggeri come vi state preparando in vista della prossima stagione?
“Stiamo preparando una squadra di tutto rispetto, confermando quasi tutto l’organico tranne Prestia e Lo Re che per motivi personali hanno deciso di abbandonare la Robur. Ci stiamo muovendo per rinforzare i reparti che più hanno bisogno. In più stiamo allestendo un ottimo settore giovanile”.
– Che stagione è stata quella appena conclusa?
“E’ stata piena di grandi soddisfazioni. Eravamo partiti per salvarci e poi invece siamo riusciti ad arrivare in finale play-off”.
– Vi state muovendo sul mercato?
“Siamo in trattativa con un paio di giocatori. Stiamo cercando di rinforzare soprattutto il reparto avanzato”.
– Chi vede favorito nella prossima stagione?
“Direi che Pisano e Casteltaormina sono le favorite”.
– Cosa pensa della società Robur?
“E’ una società molto seria, rispettosa dei patti iniziali che cerca di lavorare per il futuro con una programmazione adeguata. Colgo l’occasione per ringraziare il presidente Carmelo Laganà, Carmelo Bucceri, Emanuele Savoca e Giovanni Pino.”
