Venezia – E’ calato il sipario sulla 66° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Il Direttore Marco Muller può ritenersi soddisfatto. Alto il livello dei film in concorso e di quelli presentati nelle sezioni collaterali e l’aver ripristinato il concorso “Controcampo Italiano” con tanto di giuria, presieduta dal maestro Carlo Lizzani, non può che costituire una rampa di lancio per tanti giovani cineasti di casa nostra e un veicolo di diffusione del cinema italiano. Tanti i nomi illustri che si sono alternati in passerella, sul celebre Red Carpet, o in conferenza stampa o nei suggestivi locali dell’Hotel Excelsior. Da Omar Sharif a George Clooney, da Julianne Moore a Isabelle Huppert, da Michele Placido a Nicholas Cage per non parlare di Eva Mendes, Tinto Brass, Riccardo Scamarcio etc. Il Leone d’Oro è andato al film Lebanon di Samuel Maoz, circa le singole reazioni nei confronti della guerra (israelo-libanese, in questo caso) di alcuni soldati all’interno di un carro armato, una co-produzione Israele-Francia-Germania, che non ha sorpreso più di tanto gli addetti ai lavori. Era un nome che circolava da tempo fra i “papabili” assieme a “Capitalisma Love Story” di Michael Moore, “Life during wartime” di T. Solondz, o il remake de “Il Cattivo Tenente” di Werner Herzog. Il Leone d’Argento per la migliore regia è andato all’iraniana Shirin Neshat col suo elegante e introspettivo “Zanan Bedoone Mardan” (ossia “Donne senza uomini”), mentre il Premio Speciale della Giuria è stato assegnato a Soul Kitchen, una divertente commedia del regista turco-tedesco Fatih Akin (lo stesso de “La sposa turca”) che è stato il film che ha fatto registrare il più lungo applauso in Sala Darsena (la sala riservata alle proiezioni per la sola stampa). Premio Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Colin Firth nel film “A Single man” del regista Tom Ford (ex leader creativo della maison Gucci), un riconoscimento scontato in quanto il film si regge dalla prima all’ultima scena sulla sua figura di un uomo che dopo 16 anni ha perso il suo amore e di come trascorrono le sue giornate nella consapevolezza comunque di aver ben vissuto e della serena attesa della morte. Premio Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Ksenia Rappoport che dopo “La Sconosciuta” la vediamo qui alle prese nel thriller-noir “La doppia ora” di Giuseppe Capotondi. Premio Mastroianni per il miglior attore o attrice emergente è andato alla nostra Jasmine Trinca per aver ottimamente interpretato la studentessa Laura ne “Il Grande Sogno” di Michele Placido, viaggio nel “sessantotto” vissuto in prima persona dallo stesso Placido, all’epoca studente dell’Accademia delle Belle Arti ed al tempo stesso poliziotto per mantenersi agli studi. Il premio Controcampo italiano è andato al film Cosmonauta dell’esordiente Susanna Nicchiarelli con la seguente motivazione: “per la capacità di ricordare attraverso gli occhi di un adolescente un momento cruciale del novecento”. Una particolare menzione a mio avviso la meritano, anche se non premiati, Desert Flower, lo struggente racconto di una ragazza somala che all’età di tre anni subì la cruenta pratica dell’infibulazione e Il Compleanno di Marco Filiberti, prodotto da Agnès Trincal e Caroline Locardi, con un cast di prim’ordine fra cui Michela Cescon, Alessandro Gassman, Massimo Poggio, circa le vicende di due coppie in vacanza sul litorale di Roma, i cui equilibri vengono meno quando dagli States, ritorna il figlio di una delle due coppie.(nella foto Michela Cescon una delle protagoniste de “Il compleanno”).