Roma – Si è conclusa a Roma l’assemblea congressuale dell’Unione Province Italiane, cui hanno preso parte 1500 consiglieri provinciali provenienti da tutta Italia. Matteo Francilia di Furci (Udc), insieme ad altri, ha presentato un documento, relativo all’alluvione che il primo ottobre scorso ha colpito Messina, e in particolare Giampilieri e Scaletta Zanclea, e che è stato approvato all’unanimità. In questo documento, che di seguito trascriviamo, la priorità è stata: la messa in sicurezza del territorio. “Si tratta, ha dichiarato Matteo Francilia, di iniziative e provvedimenti concreti per tutti gli alluvionati”. Ed ecco il documento, presentato da Francilia ed altri consiglieri provinciali di Messina, approvato all’unanimità. “Premesso che, tra il 1° ed i 2 ottobre del 2009 la Provincia messinese veniva colpita da un violento nubifragio con straripamento dei corsi d’acqua e diversi eventi franosi, a cui è seguito lo scivolamento a valle di colate di fango e detriti. Che, secondo il Dipartimento della Protezione Civile, in alcune delle zone colpite sono caduti fino a 220/230 millimetri di precipitazioni nell’arco di 3-4 ore. Considerato che, l’evento ha colpito una zona immediatamente a sud della città di Messina, lungo la costa ionica. I centri più colpiti sono stati Scaletta Marina, e diverse località del comune di Messina: Giampilieri Superiore, Giampilieri Marina, Altolia, Molino, Santo Stefano di Briga, Briga Superiore e Pezzolo. Si sono avuti anche ingenti danni nella frazione di Guidomandri Superiore e nelle altre località del comune di Scaletta Zanclea e nel comune di Itala. L’evento franoso, ha investito anche la Strada statale 114 Orientale Sicula, l’autostrada A18 e la ferrovia Messina-Catania. Valutato che, il disastro è avvenuto in una zona a elevato rischio idrogeologico, già colpita in precedenza da eventi franosi e alluvionali, ed ha causato oltre ad ingenti danni economici, 31 morti, 6 dispersi ed oltre 1000 sfollati. Sottolineato il fatto che, sono varie centinaia di milioni di euro i danni calcolati, di cui almeno 30, alla infrastrutture viarie provinciali. In considerazione del fatto che, tra le varie concause sono state individuate: l’abbandono del territorio in termini di coltivazione agricola e gestione forestale, specie dopo i ripetuti incendi degli ultimi decenni che hanno depauperato le difese naturali del territorio L’intensificarsi degli eventi di piogge torrenziali (Le variazioni climatiche dell’ultimo decennio le rendono più simili a tempeste tropicali). L’estrema lentezza burocratica nella definizione e messa a punto dei piani di protezione ambientale e di messa in sicurezza del territorio. La riduzione delle dotazioni finanziarie occorrenti allo scopo, dovuto a esigenze di programmazione finanziaria nazionale, regionale o locale. Un’urbanizzazione cresciuta con scarsa attenzione nei confronti della natura dei terreni e delle particolari condizioni idrogeologiche. Avendo riscontrato che, notizie poco accorte e superficialmente approfondite, hanno evidenziato nell’abusivismo la causa del disastro, con una distorsione mediatica dei fatti, che ha causato la scarsa attenzione e l’attenuata solidarietà messa in essere rispetto ad altre tragiche vicende . Tenendo conto che, diventa indispensabile ridefinire le priorità d’interventi per il territorio messinese, mettendo al primo posto rispetto a qualunque altro tipo d’intervento programmatico e finanziario o di progetti infrastrutturali, la messa in sicurezza dello stesso, e la creazione di condizioni che riportino la realtà economica e sociale delle comunità colpite a livelli sostenibili e di sviluppo. Il Consiglio Provinciale di Messina, chiede all’Assemblea Congressuale delle Province italiane L’approvazione e la condivisione del seguente documento con il quale inoltre si chiede: Solidarietà alle comunità colpite, con concrete azioni da attivare a favore delle stesse, per non far passare la considerazione che i cittadini messinesi ed il proprio territorio siano figli di un Dio minore. Misure chiare da parte del Governo Nazionale e del Parlamento, con l’individuazione certa di adeguate risorse finanziarie ( rispetto all’entità dei danni ) e dei processi da attivare per la messa in sicurezza dei territori e degli interventi atti a ricreare condizioni sociali ed economiche per la ripresa e lo sviluppo di quei territori. La sospensione del pagamento di tasse ed imposte almeno per tutto il 2010 per le zone colpite dall’alluvione, per permettere al tessuto imprenditoriale di tornare al più presto alla normalità. Deroghe al Patto di stabilità per i Comuni colpiti dall’alluvione e per la Provincia Regionale di Messina, al fine di non considerare all’interno del patto di stabilità le spese ordinarie e straordinarie sostenute da tutti gli enti coinvolti dall’alluvione. Sospensione del pagamento, per tutto il 2010, delle rate semestrali di ammortamento dei mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, al fine di avere maggiori disponibilità economiche per ripristinare con urgenza la rete viaria anche per il collegamento delle frazioni, la rete idrica, fognaria e l’impianto di pubblica illuminazione senza alcun aggravio di interessi di sospensione. Individuazione della Provincia Regionale di Messina come soggetto attuatore nella gestione commissariale per l’alluvione, per le infrastrutture di competenza della Provincia, oltre che per svolgere quale ente sovra comunale, il ruolo indispensabile di coordinamento operativo e gestionale nei territori della proprio territorio colpiti dal disastro, oltre che per ricreare condizioni infrastrutturali adeguate alla rete viaria provinciale pesantissimamente colpita, e fondamentale non solo ai fini dei collegamenti, ma anche e soprattutto per l’effetiva valenza dei piani di protezione civile ( rischi idrogeologici e sismici), oltre che per il rilancio e lo sviluppo economico-sociale dei territori”.