Santa Teresa di Riva – Nuovi equilibri all’interno della maggioranza consiliare. Dopo l’ingresso in Giunta del nuovo assessore Giuseppe Garufi, espressione del gruppo consiliare facente capo all’onorevole di An Carmelo Briguglio, sono nate non poche polemiche. Calcolando che l’elezione era un atto dovuto, in quanto il gruppo facente capo all’onorevole di An è rappresentato da ben tre consiglieri, siamo andati ad intervistare il capogruppo della maggioranza per cerca di capire quali siano stati i motivi di tanto malessere. – Alla luce dei cambiamenti che ci sono stati fra le fila della maggioranza, come definirebbe oggi il gruppo di cui è portavoce? “La nostra è un coalizione civica; chiaramente ognuno porta avanti un suo programma, ognuno è responsabile di un settore, ogni consigliere ha dei rappresentanti di riferimento in Giunta e si collabora settore per settore”. – Questo allargamento della maggioranza non era forse un atto dovuto? “L’ingresso nella maggioranza della componente dell’on. di An, Briguglio, è un atto dovuto. Quello che mi da un po’ fastidio è che i componenti di questa corrente non fanno capire di voler partecipare ai lavori della maggioranza, almeno fino ad ora è stato così. Non c’è niente di male al loro ingresso in maggioranza, però devono dimostrare di aderire, devono fare delle richieste per dire che vogliono far parte di questa maggioranza e dimostrarlo con i fatti. Sicuramente fino a questo momento sono un gruppo a se stante perché in consiglio non hanno ancora fatto una dichiarazione in merito. Nel primo consiglio comunale sicuramente questi consiglieri faranno delle dichiarazioni in merito al loro passaggio in maggioranza”. – Ha qualche rimprovero da fare al sindaco? “Un rimprovero no, io quello che chiedo al sindaco è maggiore dialettica, maggiore confronto, anche scontro, ne abbiamo avuti, ne abbiamo, però il bello della democrazia, il bello della nostra coalizione è che qualsiasi problema si viene a creare noi ne discutiamo. Abbiamo avuto anche degli scontri”. – Scontri dovuti a cosa? “Dovuti a diversità di vedute, dovuti a scelte, più o meno opportune, nei modi e nei tempi. Cercare un confronto non significa però essere ribelle, come siamo stati etichettati da alcuni”. – Come da lei appena accennato, cosa pensa di questa espressione utilizzata nei suoi riguardi? “Io dico che se essere etichettato come ribelle vuol dire cercare di portare avanti il programma che abbiamo presentato ai nostri elettori, se essere etichettato come ribelle vuol dire cercare in tutti i modi di avere dialogo, di decidere insieme tutto quello che si deve fare, se essere etichettato come ribelle vuol dire chiedere maggiore collegialità allora si, io mi sento un ribelle. Sincerità credo che questo non sia un termine appropriato perché io sono un collaboratore dell’amministrazione, per le cose giuste, per la sinergia fra tutti gli organi rappresentativi”. – Vi sentite rappresentati all’interno dell’esecutivo. “Rappresentati lo siamo, purtroppo però c’è poca sinergia fra consiglio ed esecutivo”. Cosa si sente di dire ai suoi concittadini “Noi stiamo cercando di fare del nostro meglio, non è tantissimo però per quello che ci è consentito un impegno c’è”.