Furci Siculo – Remi in barca e natanti in secca. Niente mare e niente pesca. E sì: anche i pescatori della provincia jonica del Messinese sono sul piede di guerra. “I problemi sono tanti, ci dice Vincenzo Vita vecchio lupo di mare, ma uno in particolare ci tiene in agitazione: il pescato va sempre diminuendo e le spese invece vanno aumentando. Non ultimo il prezzo del gasolio alle stelle”. A Furci ci sono ancora delle famiglie, titolari di licenza, che vivono esclusivamente col mare, come pure a Roccalumera, Nizza di Sicilia e S.Teresa di Riva (i comuni rivieraschi del comprensorio jonico dove si annidano più pescatori), vecchi lupi di mare vivono solo con i proventi di questo antico mestiere. A Furci ci sono delle lunghe imbarcazioni, usate per la pesca alle costardelle, al pescespada, triglie, aragoste e tante altre specie. Ma sono ferme. Il fatto che non ci sia un porto rifugio per le barche e soprattutto il caro-gasolio hanno costretto i titolari di lasciare “parcheggiate” i natanti, in attesa di momenti migliori. “L’aumento del prezzo del gasolio e le poche attenzioni delle autorità competenti verso la nostra categoria sta comportando il collasso totale della piccola pesca”. Lo ha dichiarato Vincenzo Foti, intento a sistemare il motore della sua imbarcazione “parcheggiata” per il momento sul lungomare di Furci Siculo. Ne consegue che il pescato del nostro mare comincia a scarseggiare e che molti lupi di mare vogliono disfarsi della barca e non rinnovare più la licenza, perché spendono un sacco di soldi senza avere alcun utile. Inoltre, non ci sono più giovani che vogliono cimentarsi in questo triste mestiere. Chi ha una barca cerca di utilizzarla solo nei tre mesi estivi, per la pesca al totano o ai polipi, senza impegno alcuno con le pescherie o con i centri vendita del pesce. “E sì, ribatte ancora Vincenzo Foti, non ne vale la pena. Le nostre imbarcazioni sono sempre a rischio perché non c’è un porto rifugio, le tasse aumentano, il presso del gasolio è alle stelle. Di questo passo, chi andrà più alla pesca d’alto mare?”. Per Vincenzo Vita mantenere le imbarcazioni è diventato difficile. “Ogni anno bisogna rivedere il motore, rifare lo scafo dell’imbarcazioni, pagare le tasse, fare la scorta del gasolio e magari andare a pescare e tornare con le reti asciutte”. Adesso il caro-gasolio ha messo tutti in ginocchio. Anche i pescatori, che si rifiutano al momento di scendere in mare. Con la conseguenza che il pesce fresco comincia a scarseggiare sulle nostre tavole.